Le materie prime cresceranno nel 2021. Così dice Goldman Sachs

L’ottimismo della banca d’investimento americana circa i prezzi delle materie prime dovrà vedersela con l’incerto andamento dell’inflazione.

Il prezzo delle materie prime aumenterà nei prossimi anni. A pensarla così è Goldman Sachs che, in un suo recente rapporto, prevede prezzi in aumento per le commodity nel periodo il 2021-2025.

Perché essere rialzisti sulle materie prime?

I motivi per cui la grande banca d’investimento è rialzista sono fondamentalmente tre.

Il primo motivo sono gli investitori che si spostano dai vecchi settori economici poco sostenibili verso i settori tecnologici. L’enorme sovraperformance di quest’anno dei titoli tecnologici rispetto alle società tradizionali illustra abbastanza bene questa tendenza. Le aziende che operano nella vecchia economia avranno debiti eccessivi, capacità produttive eccessive ed emissioni elevate.

Un altro motivo è che la vittoria alle presidenziali americane di Joe Biden porterà ad un’ondata di stimoli economici. Secondo Goldman Sachs, in questo scenario, la produzione industriale statunitense potrebbe crescere del 4 o 5 percento entro il 2024. Una crescita che implica forti aumenti nel consumo di gas naturale, petrolio e commodity.

Con una vittoria di Biden le prospettive di aumento dei prezzi dei combustibili fossili sono potenzialmente più alte visto che ci sarebbe un maggior controllo della perforazione di petrolio da scisto, con meno investimenti e costi più alti di estrazione. L’offerta diventerebbe più limitata e i prezzi aumenterebbero.

Nel frattempo, la politica della Federal Reserve americana (FED) di mantenere i tassi di interesse prossimi allo zero per i prossimi due anni porterà ad una prolungata debolezza del dollaro, un fattore che tende a favorire i prezzi delle materie prime.

Inoltre, l’aumento sostenuto dei prezzi porterà ad una ripresa dell’inflazione che favorirà più i metalli preziosi che i metalli di base.

Conseguenze per i metalli

Goldman Sachs stima che una vittoria di Joe Biden aumenterebbe la domanda di rame negli Stati Uniti del 2% nei prossimi cinque anni. Inoltre, i prezzi del rame raggiungeranno i 7.250 dollari in sei mesi e i 7.500 dollari entro un anno.

Ma sarà l’oro a fare più strada. Utilizzato sia come copertura contro la perdita di potere d’acquisto di un dollaro più debole, sia come destinazione per chi si libera dei portafogli azionari, il metallo giallo potrebbe arrivare a 2.300 dollari l’oncia il prossimo anno. Anche l’argento beneficerebbe di questa situazione, raggiungendo i 30 dollari l’oncia nello stesso periodo.

Infine il petrolio. Secondo Goldman Sachs, i prezzi dell’oro nero potrebbero salire a 65 dollari al barile alla fine del prossimo anno.

Quello che però potrebbe essere il Tallone d’Achille dell’analisi di Goldman Sachs è la preoccupazione per l’inflazione. Le opinioni degli economisti sono contrastanti su quando finirà l’attuale contesto di bassa inflazione decennale. La traiettoria e la velocità dell’inflazione per il futuro non sono mai state così incerte.

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED