Le previsioni (apocalittiche) di Marc Faber

Brutte notizie e previsioni catastrofiche per i mercati azionari. È quanto emerso durante l’ultima intervista alla CNBC di Doctor Doom.

Marc Faber è un editore e giornalista economico molto celebre ed ascoltato negli Stati Uniti, grazie alle sue analisi e previsioni da “bastian contrario“, che in alcuni casi l’hanno portato ad anticipare l’andamento dei mercati finanziari con largo anticipo.

La scorsa settimana, Marc Faber, soprannominato da qualcuno Doctor Doom (dottor destino), ha espresso le sue preoccupazioni circa il mercato azionario, che nei prossimi 12 mesi sarebbe destinato ad un disastro peggiore di quello accaduto nel 1987. I settori più deboli e più esposti al disastro sarebbero quelli delle biotecnologie e di internet.

Per quanto riguarda i metalli preziosi, se si verificasse un collasso economico, potremmo ritrovarci in un gold standard di fatto, con il potere delle banche centrali ridotto drasticamente.

Nello stesso modo in cui la Federal Reserve ha provocato la bolla immobiliare tra il 2001 e il 2007, adesso sta puntando dritto verso una bolla del credito e una bolla speculativa. Per questo motivo è necessario legare il valore della moneta a beni reali e di valore come l’oro e l’argento.

Marc Faber ha anche consigliato i potenziali acquirenti di oro e di argento di custodirli al sicuro al di fuori dagli Stati Uniti, per non correre il rischio che il governo americano possa prima o poi metterci sopra le mani.

Forse per casualità o forse per un gioco del destino, dopo queste dichiarazioni, l’indice Nasdaq è sceso del 3,1%, il suo più grande calo in un solo giorno dal 2011.

In realtà, Marc Faber non è l’unico a pensare che sia in arrivo un crollo del mercato. Secondo alcuni analisti, il fatto che la  Federal Reserve abbia cercato di stimolare l’economia americana senza successo, potrebbe averci condotto nell’anticamera di un crollo molto peggiore di quelli avvenuti in passato.

Marc Faber è però una mosca bianca tra opinionisti ed esperti di mercato, la maggior parte dei quali non pensa affatto che esistano le condizioni per un crollo dei mercati.

Al contrario, poiché la crescita economica mondiale sta migliorando, dagli Stati Uniti all’Europa e al sud-est asiatico, gli scenari più probabili sono di guadagni in crescita per le aziende e di conseguenza di maggiori profitti per i mercati azionari.

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