La guerra al tungsteno

I nuovi armamenti al tungsteno non lasciano scampo al potenziale obbiettivo, le cui uniche speranze sono nel difendersi con corazze al tungsteno.

Missili, proiettili, cannoni e armature in genere hanno un elemento in comune, senza il quale non potrebbero essere impiegati negli scenari di guerra: il tungsteno.

Quando si pensa a questo metallo, la prima cosa che viene in mente sono i filamenti delle lampadine per l’illuminazione, comuni in tutte le nostre abitazioni. In realtà l’uso più comune del tungsteno è un altro.

Già durante la Prima Guerra Mondiale, era classificato come un metallo strategico militare. Tuttavia, è stato solo negli anni successivi che le esigenze militari sono cresciute a dismisura, soprattutto a causa dei consumi della Germania di carburo di tungsteno per i proiettili perforanti. Proiettili micidiali in grado di perforare le pareti dei carri armati come se fossero di burro e subito dopo esplodere per spargersi in schegge letali e distruttive.

Ma perché il tungsteno è così importante in campo militare?

Un centimetro quadrato di tungsteno è quasi due volte più pesante di un cubo di piombo della stessa dimensione

Il tungsteno è un metallo letteralmente pesante: un centimetro quadrato di metallo è quasi due volte più pesante di un cubo di piombo della stessa dimensione. È anche quasi tre volte più pesante del ferro. Inoltre è il metallo più duro che, quando viene aggiunto ad altri metalli come nichel, ferro e cobalto, crea leghe incredibilmente forti, anche al calore.

Con queste caratteristiche, non sorprende che possa essere micidialmente distruttivo se compresso in un proiettile sparato ad alta velocità contro un altro metallo. Come ben sanno tutti gli esperti militari, non esiste scampo contro un proiettile al tungsteno e l’unica difesa possibile è di avere un’armatura anch’essa al tungsteno.

Da quando questo metallo è stato impiegato nelle due guerre mondiali, ci sono stati alcuni cambiamenti. Le ultime evoluzioni della tecnologia hanno portato alla creazione delle cosiddette armi per il bombardamento cinetico, costituite essenzialmente da missili imbottiti, anziché di esplosivo, di proiettili al tungsteno che quando arrivano sull’obbiettivo a velocità incredibile possono causare devastazioni di massa su una zona ben localizzata.

Il tungsteno è ancora un metallo strategico per la maggior parte dei paesi con un arsenale militare, tanto più che la maggior parte di esso proviene dalla Cina, che lo immette sul mercato con il conta-gocce, secondo i propri interessi economici e militari.

Perciò, nei prossimi anni, la scarsità di approvvigionamenti potrebbe rivelarsi un vero e proprio tallone di Achille per tutti quegli apparati bellici moderni e potenti che ad oggi hanno conquistato la supremazia militare.

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È stato un trader nel settore dei metalli per lungo tempo, lavorando con alcune importanti aziende del settore in Italia e in Europa. Esperto in metalli rari, è consulente presso un'azienda svizzera leader sul mercato internazionale di questi metalli. Da qualche anno è impegnato anche nella divulgazione giornalistica del mondo dei metalli rari e delle materie prime. Il suo profilo professionale è su LINKEDIN.