L’esito del referendum nel Regno Unito che ha decretato l’uscita del paese dall’Unione Europea, ha rilanciato immediatamente i prezzi dell’oro, che hanno raggiunto i 1.339 dollari all’oncia.
La corsa ad acquistare il bene rifugio per eccellenza, hanno infiammato i prezzi che hanno messo a segno il più rapido aumento percentuale giornaliero dai tempi della crisi finanziaria globale nel 2008.
Ma gli investitori stanno facendo la fila anche per comprare titoli azionari delle aziende aurifere. Per esempio, sul mercato americano NYSE ARCA, due ETF, il Market Vectors Gold Miners e il Market Vectors Junior Gold Miners, hanno registrato un +6% in una sola giornata.
Molti analisti prevedono che il momento positivo dell’oro continuerà e la prossima frontiera sarà quella dei 1.400 dollari per oncia. Le gravi conseguenze della Brexit che si faranno sentire nell’Unione Europea nel corso del tempo, porteranno un numero crescente di persone verso i beni rifugio. In altre parole, il movimento di crescita dei prezzi del metallo giallo non sarà di breve termine.
Secondo Commerzbank, l’incertezza crescente sulla scena politica europea darà un forte sostegno all’oro nel corso dei prossimi mesi. Anche se i mercati si calmeranno dopo la prima reazione a caldo, la questione europea è destinata a continuare a preoccupare per parecchio tempo. Non per niente, dopo la Brexit, gli investitori cominciano a chiedersi quale sarà il prossimo stato membro ad indire un referendum per uscire dall’Unione Europea.
Per UBS, l’oro raggiungerà livelli ancora più alti degli attuali. Le previsioni sono per un prezzo compreso tra 1.380 e 1.483 dollari.
Nel frattempo, tutto il comparto minerario dei metalli preziosi fatica a contenere gli entusiasmi degli investitori, che prediligono i produttori finali o, comunque, società molto vicine ai produttori.
Tutto fa pensare che nel prossimo futuro ne vedremo delle belle nel settore dell’oro e, dopo anni di sofferenze, gli investitori che hanno creduto nel metallo giallo raccoglieranno i frutti della loro scelta.