Gli investitori si domandano quando saliranno i prezzi dell’argento

Purtroppo, nel breve termine, non ci sono buone notizie, ma per chi investe su orizzonti temporali più lunghi potrebbero maturare buone opportunità di acquisto.

L’argento ha avuto alti e bassi nell’ultimo anno a conferma della sua incredibile volatilità. All’inizio di marzo era arrivato a poco meno di 26,50 dollari ma, da allora, si è mosso gradualmente al ribasso e, ad agosto, ha toccato il suo punto più basso a 18 dollari (oggi, 26 ottobre, il prezzo è di 19,33 dollari).

Molti investitori sono confusi dai movimenti del metallo prezioso negli ultimi 12 mesi poiché lo considerano un bene rifugio che dovrebbe cavarsela bene in tempi di turbolenza. E quali tempi più turbolenti di quelli che abbiamo vissuto quest’anno?

Il mercato è trascinato dall’incertezza e dai tassi d’interesse

Innanzitutto, va considerato che l’argento è sempre trainato dai prezzi dell’oro anche se con una maggiore volatilità. Negli ultimi mesi, un fattore chiave per il prezzo dell’oro non è stato tanto l’offerta e la domanda, quanto l’incertezza: la guerra tra Russia e Ucraina, la pandemia di COVID-19, le continue tensioni tra gli Stati Uniti la Cina e l’Iran.

Ma quello che ha contribuito maggiormente a schiacciare verso il basso i prezzi dei metalli preziosi è stato il rialzo dei tassi di interesse. In risposta all’inflazione che è salita ai massimi da 40 anni nel 2022, la Federal Reserve americana (FED) ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse fino ad un livello del 3,25% ma gli economisti si aspettano che si arriverà al 4,4% entro la fine del 2022.

Gli aumenti dei tassi sono generalmente negativi per i prezzi dell’argento e dell’oro, perché quando i tassi sono alti è più redditizio investire in prodotti che possono maturare interessi.

Domanda e offerta. A che punto siamo?

Passando invece ad esaminare l’offerta e la domanda di argento, è interessante notare che il World Silver Survey 2022 indica che nel 2021 il mercato dell’argento ha registrato un aumento del 5% della produzione mineraria. Si tratta di un leggero rimbalzo dopo il calo del 2020 causato dai lockdown per il COVID-19.

Nel 2022, si prevede che la produzione mineraria aumenterà del 2%, mentre la fornitura globale di argento dovrebbe aumentare del 3%. Nel lungo termine, invece, la crescita produttiva non è per nulla scontata poiché saranno necessari investimenti in ulteriori esplorazioni per sostenere la produzione mineraria.

Tutt’altra storia quella della domanda. Nel 2021 la domanda di monete e lingotti da parte degli investitori ha registrato una crescita del 36% su base annua, nonostante la fuga dai metalli preziosi con l’abbandono dei prodotti negoziati in borsa e un forte calo del trading sulle borse delle commodities.

Considerando invece la domanda nel suo complesso, lo scorso anno ha visto un crescita del 18%, con la domanda industriale in aumento del 9%, quella fotovoltaica del 13% e quella dei gioielli del 21%. Per quest’anno, invece, le previsioni sono per una crescita più lenta (industriale +6%, gioielli +11% e argenteria +23%).

Quando aumenteranno i prezzi dell’argento?

Sebbene anche i prezzi dell’argento siano determinati dalla domanda e dall’offerta, in questi frangenti gli analisti pensano che sia la propensione degli investitori ad acquistare metalli preziosi come beni rifugio che determinerà l’andamento del mercato. E, come accennato, nel breve termine questa propensione è bassa.

Di conseguenza, i prezzi dell’oro e dell’argento potrebbero subire un duro colpo nel breve termine.

Tuttavia, dal punto di vista di un investitore, è importante ricordare che le materie prime si muovono in modo ciclico nel lungo termine: ciò che scende deve salire e viceversa. A questo proposito, il vecchio motto “compra basso e vendi alto” dovrebbe essere il faro di qualsiasi investitore che punta su beni fisici come i metalli, oro e argento in primo luogo.

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