Il settore della cannabis sta vivendo momenti di grande espansione e il sentimento del mercato è considerevolmente rialzista.
Tuttavia, per un investitore che volesse acquistare qualche titolo azionario, i rischi sono molto elevati. Molta speculazione, un panorama normativo in continuo cambiamento e bolle che si gonfiano e sgonfiano in continuazione.
Ecco perchè vale sicuramente la pena prendere in considerazione anche i fondi d’investimento (ETF).
Fino a un anno fa non esistevano proprio ETF per la cannabis. Oggi ne esistono due, entrambi in Canada, ma sembra che presto ne nasceranno di nuovi. Sono il Horizons Marijuana Life Sciences Index e il Alternative Harvest ETF.
Il primo è stato lanciato ufficialmente il 4 aprile 2017 ed è composto da 10 diversi titoli del settore, alcuni quotati sul mercato canadese, altri su quello statunitense: Canopy Growth Corp., Aurora Cannabis, Aphria, MedReleaf, Scotts Miracle-Gro, GW Pharmaceuticals, Cronos Group, Canntrust Holdings, INSYS Therapeutics e Newstrike Resources.
Il secondo ETF ha un portafoglio più internazionale, con aziende da tutto il mondo. Si chamava Tierra XP Latin America Real Estate ETF e investiva solo nel settore immobiliare. Ma, da dicembre 2017, è entrato anche nel settore della cannabis con partecipazioni nelle seguenti società: Cronos Group, Canopy Growth Corp, Aurora, MedReleaf, Canntrust, GW Pharmaceuticals, Cannimed Therapeutics, INSYS, Supreme Cannabis e Huabao International. Inoltre, detiene investimenti anche nel settore farmaceutico e del tabacco.
Perchè un ETF?
Nel caso della cannabis esiste, allo stato attuale delle cose, una solida ragione per preferire gli ETF ai titoli azionari: la legalità del mercato. Infatti, nei paesi che stano trainando la crescita di questo mercato, Stati Uniti e Canada, il panorama normativo e giuridico è in continuo cambiamento e le singole aziende sono particolarmente vulnerabili a tutti i regolamenti governativi.
Ad esempio, un recente annuncio del procuratore generale degli Stati Uniti potrebbe consentire agli agenti federali di chiudere in qualsiasi momento le aziende nel settore della cannabis con attività all’interno del paese. Subito dopo l’annuncio, le quotazioni in borsa di molte società sono drammaticamente crollate.
Certo, valutare la rischiosità di un investimento è una scelta del tutto individuale, ma diversificare la cannabis con settori più consolidati come quello farmaceutico o del tabacco, potrebbe essere una scelta più equilibrata.
Naturalmente, quando si parla di cannabis, titoli azionari e ETF sono soggetti a oscillazioni estreme di prezzo, di solito in concomitanza con cambiamenti legislativi o in Canada o negli Stati Uniti. Per dirla senza mezzi termini, le azioni delle aziende che operano in questo settore sono conosciute soprattutto per la loro volatilità.
Perciò, vale sicuramente la pena prendere in considerazione gli ETF, che permettono di entrare nel settore, ma senza rischiare anche la camicia.
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