Tutti in Groenlandia per il clima mite entro l’anno 3000?

Una nuova ricerca mostra che la Groenlandia non avrà più ghiacciai entro il 3000. Il suo ghiaccio sciolto contribuirà ad alzare il livello globale dei mari di oltre 7 metri.

Nuove ricerche mostrano come nel futuro la Groenlandia potrebbe essere senza ghiaccio.

Se il trend delle emissioni mondiali di gas serra non cambierà, la Groenlandia potrebbe essere priva di ghiaccio entro l’anno 3000. Non senza conseguenze per il livello globale dei mari che, già a fine di questo secolo, salirebbe di oltre 30 centimetri. Ma, nel 3000, il livello diventerà di oltre 7 metri, sommergendo molte città costiere come San Francisco e Los Angeles.

Tuttavia, se le emissioni di gas serra venissero ridotte in modo significativo, la situazione cambierebbe. Entro il 3000 la Groenlandia potrebbero aver perso soltanto dall’8% al 25% del suo ghiaccio, contribuendo all’innalzamento del livello del mare di circa 2 metri.

Le proiezioni per la fine del secolo e per il 2200 raccontano una storia simile. Ci sono una vasta gamma di possibilità, compreso il salvataggio della calotta glaciale, ma tutto dipende dalle emissioni di gas serra.

Il destino della Groenlandia è nelle mani dell’uomo

Secondo Andy Aschwanden, un ricercatore dell’Istituto Geofisico Fairbanks dell’Università dell’Alaska, come sarà la Groenlandia nel futuro dipende solo dall’uomo.

La calotta glaciale della Groenlandia è enorme, dal momento che copre oltre un milione e settecentomila chilometri quadrati, una dimensione circa uguale a quella dell’Alaska. Oggi, la calotta glaciale copre l’81% della Groenlandia e contiene l’8% dell’acqua dolce della Terra.

I ricercatori hanno eseguito 500 simulazioni per ciascuno dei tre scenari climatici, utilizzando il modello Parallel Ice Sheet, creato per conoscere come il ghiaccio della Groenlandia risponde ai diversi scenari climatici.

Una simulazione difficile

Simulare il comportamento delle lastre di ghiaccio è difficile perché la perdita di ghiaccio è guidata dalla ritirata dei cosiddetti ghiacciai di sbocco (outlet glaciers). Questi ghiacciai, ai margini della calotta glaciale, drenano il ghiaccio dall’interno (nei fiumi per esempio), spesso in avvallamenti nascosti sotto il ghiaccio stesso.

Questo studio è il primo che include questi ghiacciai di sbocco, che si pensa potrebbero contribuire fino al 45% della massa totale di ghiaccio persa entro il 2200.

La ricerca, pubblicata sul numero di giugno di Science Advances, ha utilizzato tutta una nuova serie di dati provenienti da una campagna scientifica aeronautica della NASA (Operation IceBridge) per fare un passo in avanti nella modellazione del futuro. I risultati mostrano una vasta gamma di scenari di perdita di ghiaccio e di innalzamento del livello del mare in base a diverse proiezioni di concentrazioni di gas serra. Purtroppo, al ritmo con cui stiamo emettendo gas serra, sono da prendere in considerazioni gli scenari peggiori.

METALLIRARI.COM © SOME RIGHTS RESERVED



LA LETTURA CONTINUA...