È da quasi un anno che gli osservatori del mercato dello zinco parlano di prezzi del metallo destinati a salire.
Molti si sono quasi stufati di sentire che la ripresa delle quotazioni è alle porte, forse nel 2014, o nel 2015 o ancora oltre.
Naturalmente, nessuno conosce con precisione quando i prezzi saliranno (il prezzo odierno è di 2.053 dollari a tonnellata per la consegna a 3 mesi), tuttavia è certo che il mercato dello zinco è in deficit.
Secondo l’International Lead and Zinc Study Group, lo zinco è tecnicamente andato in deficit negli ultimi due mesi del 2013. Anche se le scorte rimangono alte, a fine aprile erano 786.000 tonnellate, ciò non significa che in poco tempo non possano scendere a causa della mancata offerta.
Nel giro di due anni e mezzo, tre delle prime dieci miniere del mondo hanno chiuso l’attività, con la conseguenza che sul mercato verrà a mancare il 12% delle forniture prima esistenti. Il 12% di mancata produzione, in un lasso di tempo così breve, è un evento senza precedenti.
Un’altro campanello di allarme che ha suonato per avvisare che lo zinco salirà, è il differenziale dei prezzi con il suo metallo-fratello: il piombo.
Vengono prodotti quasi ovunque nelle stesse miniere e nel corso degli ultimi due anni il prezzo del piombo è stato superiore a quello dello zinco di circa il 10%.
Che nell’ultimo periodo questa differenza sia diminuita, è una buona cosa per lo zinco. Infatti gli analisti pensano che se uno dei due metalli ha prezzi più alti, le miniere saranno spinte ad aumentare la produzione (di entrambi) e quindi a deprimere ulteriormente il metallo meno richiesto.
Lo scetticismo è ancora diffuso ma i sostenitori dello zinco credono che il rally sia imminente e che, finalmente, sia in arrivo qualche anno buono, dopo tanti anni magri.
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