La storia dei furti clamorosi è ricca di sorprese ed episodi sempre nuovi. Ma ciò che è successo in Tanzania lo scorso febbraio, è un episodio che sembra condito con tutti gli ingredienti dei migliori film d’azione: mercenari violenti, funzionari corrotti, appostamenti nel cuore della giungla equatoriale e poliziotti all’inseguimento dei malfattori.
Le nuove frontiere per i professionisti del furto non sono più diamanti, oro o banconote, ma un metallo raro tra i più ricercati: il tantalio. Quarantaquattro tonnellate di tantalite, il minerale del tantalio, del valore di 10 milioni di dollari, sono state rubate prima che la merce venisse spedita in Italia.
Il tantalio è un metallo raro, indispensabile per la produzione di moltissimi apparati di uso comune come i telefoni cellulari, personal computer, lettori DVD, schermi LCD, dispositivi per l’industria automobilistica e altri ancora. In nazioni come la Repubblica Democratica del Congo, questo metallo è causa di guerre e conflitti violenti per assicurarsi i ricchi proventi derivanti dalla vendita (“Gli Stati Uniti varano la normativa sui minerali conflict-free“).
Un container, di proprietà di una società del Ruanda, contenente 44 tonnellate di minerale di tantalite, si è letteralmente volatilizzato durante il viaggio tra Ruanda, Burundi e Congo, probabilmente nei pressi di Dar es Salaam. L’evento ha destato molto scalpore e il governo della Tanzania, impegnato direttamente nella ricerca dei colpevoli, ha scatenato i propri poliziotti alla ricerca della merce. Alla fine, il container è stato ritrovato in un deposito nascosto, con i documenti già pronti per essere spedito in Romania. L’inchiesta per risalire a tutti i colpevoli è ancora in corso.
In realtà non è il primo furto del genere in Tanzania. Almeno 11 container sono spariti nel nulla durante gli ultimi mesi, anche se il valore della merce contenuta era di gran lunga inferiore a quello del tantalio. Le società della zona, impegnate nella produzione e nelle spedizioni di materiali, hanno più volte minacciato di interrompere tutte le spedizioni se non verranno ripristinati livelli di sicurezza accettabili.
Il porto di Dar es Salaam, dove si sospetta che il container di tantalite sia sparito, è un centro strategico per i trasporti di tutta l’Africa Centrale. Ma la reputazione di questo porto è davvero pessima: tempi e procedure di carico e scarico lunghe e farraginose, oltre a frequenti furti. Lo scorso anno, le autorità portuali hanno licenziato una miriade di funzionari e manovali, accusati di corruzione o addirittura di furti, ma il problema non sembra essere stato risolto.
Il clamoroso furto della tantalite è avvenuto proprio mentre la Tanzania sta corteggiando le nazioni confinanti, senza accesso al mare, per offrire loro una logistica marittima per spedire merci in tutto il mondo, cercando di sottrarre traffico marittimo a Mombasa (Kenya). Il Ruanda ha inviato una delegazione governativa in Tanzania per minacciare l’interruzione dei rapporti commerciali se non verrà offerto un minimo livello di sicurezza alle merci imbarcate in Tanzania.
Trasportare merce di valore dentro i confini centro-africani, non è mai stata una impresa semplice ed esente da rischi, come dimostra il fatto che circa la metà della merce che arriva al porto di Dar es Salaam, proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, scompare misteriosamente. È una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di una lezione che tutti i trader internazionali hanno imparato da tempo: comprare merce in Africa a prezzi bassi è un gioco da ragazzi, fare arrivare a destinazione il carico è un’impresa quasi impossibile.
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