Gli Stati Uniti varano la normativa sui minerali conflict-free

Molte speranze vengono riposte nella nuova legge americana sui minerali conflict-free. Le inaudite violenze che affliggono paesi come la Repubblica Democratica del Congo avranno finalmente una fine?

La SEC americana (Securities Exchange Commission) ha presentato le norme per regolamentare l’uso di minerali provenienti da paesi afflitti da conflitti violenti a causa dei minerali stessi, che entreranno in vigore nel 2013.

Tra questi vi sono i minerali di tantalio, stagno, tungstenooro. L’interesse per la nuova regolamentazione è generale, poichè è la prima volta che viene disciplinato il legame tra i ricavi generati da questi minerali e le violenze perpetrate da gruppi armati nella Repubblica Democratica del Congo e potrebbe aprire la strada a regolamentazioni analoghe in altri paesi occidentali.

La regolamentazione prevede 3 fasi:

  1. le aziende che producono beni devono stabilire se la loro fabbricazione richiede minerali provenienti da paesi afflitti da conflitti. Le aziende che non ne usano non hanno altri obblighi;
  2. se esiste il sospetto che minerali, o scarti da essi derivanti, provengano dal Congo o da altri nove paesi nella stessa zona, la società deve avvisare la SEC annualmente, comunicando il metodo utilizzato per svolgere l’indagine relativa;
  3. viene avviata un’indagine specifica per verificare che i sospetti siano fondati; l’indagine, certificata da un revisore indipendente e consegnata alla SEC, deve riportare un rapporto dei prodotti derivati da minerali provenienti da zone di guerra. L’informativa deve essere pubblicata sui siti web aziendali.

Per alleviare gli oneri amministrativi a carico delle società interessate, la regolamentazione prevede la possibilità di etichettare un prodotto come “derivante da minerali con provenienza indeterminata” nel caso in cui le indagini portino a conclusioni non certe.

La nuova regolamentazione non vieta l’uso di minerali non conflict-free, cioè provenienti da zone di conflitto, ma impone l’obbligo di informare il pubblico sulla provenienza del prodotto, in modo che il mercato possa liberamente decidere se acquistare i prodotti di un’azienda.

Naturalmente la nuova norma si basa sulla buona fede di tutti i fornitori che fanno parte della catena che dal minerale arriva al prodotto finito. Gli osservatori più scettici reputano che la normativa non avrà effetti devastanti sulle società che estraggono i minerali in questione, come in un primo momento si era temuto.

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