L’equazione arrivata sui mercati internazionali durante la settimana appena trascorsa è molto semplice: “cattive notizie per l’economia = buone notizie per l’oro“.
Le dichiarazioni della Federal Reserve americana (FED) che i tassi di interesse continueranno a rimanere bassi anche per il mese di luglio, ha spinto le quotazioni dell’oro quasi verso i massimi da tredici settimane a questa parte (1.322 dollari per oncia).
L’economia americana non sta facendo quello che gli economisti pensavano, con un PIL al -1,9% e la disoccupazione rimasta alta durante tutto il primo trimestre dell’anno. Inoltre, la tendenza dei consumi e delle vendite al dettaglio sta cominciando a dipingere un quadro dove l’economia non sembra molto forte.
Perciò, alcuni analisti sono scettici sul fatto che il secondo trimestre fornirà i dati positivi che il mercato spera (ci si attende una crescita del 4%) e sottolineano che se il PIL fosse ancora negativo, saremmo ufficialmente in recessione.
Con un’economia debole, le valute di tutto il mondo inevitabilmente si indeboliranno e, di conseguenza, l’oro potrebbe salire drasticamente. Qualcuno si spinge addirittura a prevedere i prezzi al di sopra dei 1.500 dollari all’oncia.
A rendere le prospettive ancora più favorevoli per il metallo giallo, si aggiungono le aspettative di una correzione dei mercati azionari.
Secondo alcuni analisti, mai come in questi momenti, la diversificazione è fondamentale per essere pronti ad affrontore una eventuale tempesta.
Se nella seconda metà dell’anno, o nel 2015, le speranze che l’economia mondiale sia uscita dalla crisi si scontreranno con una realtà assai diversa, l’oro sarà il principale investimento a beneficiarne.