Il carburante nascosto, ovvero come l’efficienza energetica può salvare il mondo

Idrocarburi o energia verde? Il mondo si sta scervellando su come trovare l’energia necessaria per soddisfare una domanda globale crescente. Ma una parte della soluzione di questo problema è nell’efficienza energetica.

Si parla spesso di quali potranno essere le fonti per soddisfare la crescente fame di energia del mondo, trascurando completamente l’esistenza di quella che qualcuno considera una vera e propria nuova fonte di energia e cioè l’efficienza energetica.

La parola fa venire in mente qualcosa che può riguardare soltanto gli ingegneri alla ricerca della turbina perfetta o del motore perpetuo. Oppure ci ricorda le bollette dell’elettricità e gli stratagemmi che sempre più spesso i consumatori adottano per risparmiare qualche soldo.

Quanto è il carburante nascosto?

In realtà, l’efficienza energetica va ben oltre la semplice riduzione del consumo di energia. Per esempio, due edifici che adottano lo stesso sistema di riscaldamento, ma con uno dei due con un sistema ad alta efficienza energetica, avranno costi operativi completamente diversi.

Lo stesso esempio possiamo estenderlo a livello di interi paesi. Soprannominata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) il carburante nascosto, l’efficienza energetica è un argomento caldo per la comunità internazionale. Dal 1973 al 1998, le politiche di efficienza energetica in 11 nazioni dell’OCSE, ha salvato il 49% per cento dei consumi di energia.

Secondo una ricerca dell’IEA, ogni dollaro speso in l’efficienza energetica vale come 3 dollari di investimenti nella trasmissione e nella distribuzione su vasta scala. Inoltre, ogni dollaro di energia risparmiata ha anche una corrispondente riduzione delle emissioni di gas serra. Dal momento che è più economico risparmiare energia che non produrla, sfruttare in modo intelligente le riserve energetiche riducendo gli sprechi è una strada per soddisfare la fame globale di energia, mantenendo una sostenibilità ambientale.

Nel 2013, la Commissione Europea e la United Nations Environment Programme Finance hanno costituito la Energy Efficiency Financial Institutions Group (EEFIG). L’obbiettivo? Aumentare la portata degli investimenti in efficienza energetica in tutta l’Unione Europea (UE). Considerando che nel 2012 la UE ha pagato 400 miliardi di dollari per importare energia, si comprende meglio che impatto possa avere un risparmio di energia del 20%, che è l’obbiettivo per il 2020.

Ma in molti altri paesi si stanno facendo sforzi per raggiungere l’efficienza energetica. In Canada, ad esempio, tutta una serie di prodotti che consumano energia devono recare un marchio di certificazione di efficienza energetica, emesso da un’organizzazione accreditata presso lo Standards Council of Canada.

L’aiuto della tecnologia per ridurre gli sprechi

Gestire correttamente l’uso di energia è fondamentale anche per ridurre le emissioni di gas serra, un compito che le nuove tecnologie potrebbero agevolare.

Sfruttando l’Internet of Things, grazie al quale si dispone di una interconnettività tra i vari dispositivi, si generano e condividono dati in tempo reale. In questo modo, gli utenti, ma anche i responsabili d’ufficio o i gestori patrimoniali, possono vedere e ridurre subito gli sprechi nel loro consumo energetico. Insomma, questa tecnologia consente agli utenti di assumere un maggiore controllo sulle proprie loro spese energetiche.

Soltanto in Nord America, e soltanto nel settore dell’edilizia commerciale, è stata stimata in oltre 70 miliardi di dollari l’opportunità di efficienza energetica.

Ecco perchè il settore dell’efficienza energetica è in pieno boom e sta diventando anche un punto importante nell’agenda dei responsabili politici in molti paesi del mondo.

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