Il bitcoin ha perso un altro 12% dopo che la banca centrale cinese ha esortato gli investitori ad un approccio più razionale alla moneta digitale.
Una discesa del genere non si vedeva da tempo sul mercato del bitcoin.
Così come non si era mai visto un guadagno di oltre il 40% in due settimane, con il quale la cripto-valuta aveva toccato il record degli ultimi tre anni: 1.139,89 dollari. Appena sotto al suo massimo assoluto di 1.163 dollari.
In seguito a queste enormi oscillazioni, la sede di Shangai della Banca Popolare Cinese (PBOC) ha sottolineato che il bitcoin non è una moneta e non può essere essere considerata alla pari delle altre divise reali.
Secondo Bitcoinity, i rappresentanti di BTCC, OKCoin e Huobi, che sono tra i mercati che muovono i maggiori volumi di bitcoin nel mondo, si sono incontrati con i funzionari della PBOC all’inizio di questa settimana. Ciò ha sollevato lo spettro di un coinvolgimento normativo delle autorità cinesi sul mercato della moneta digitale.
Il bitcoin è una moneta digitale prodotta e conservata elettronicamente. Ma la caratteristica più interessante è il fatto che si tratta di qualcosa di decentrato e al di fuori del controllo di banche e istituzioni finanziarie, motivo per il quale diventa assai attrattivo nei periodi di instabilità politica, d’inflazione o di insicurezza. Un po’ come l’oro, il bitcoin è visto come un rifugio sicuro in tempi turbolenti.
Per tutte queste ragioni, a cui si è aggiunta la crisi di liquidità in India, con l’abolizione delle banconote di taglio più grande, insieme all’indebolimento dello yuan che ha spinto molti cinesi a trovare un riparo nell’acquisto di bitcoin, le quotazioni sono volate in alto.
Nel corso degli ultimi mesi, si è vista una correlazione inversa con lo yuan cinese.
In effetti, la valuta cinese si è mostrata abbastanza debole negli ultimi mesi e qualcuno ritiene che la PBOC stia intervenendo sui mercati per contrastare questo costante indebolimento e impedire che il cambio contro il dollaro sfondi la soglia psicologica di 7.
Secondo Fortune sono stati proprio gli investitori cinesi a contribuire all’aumento dei prezzi nel 2016, alla ricerca di rendimenti più elevati. Per questo aveva previsto che, nel corso del 2017, il bitcoin avrebbe potuto decollare di un altro 165%.
Difficile capire tutte le componenti delle forze in gioco in questi momenti di estrema volatilità, ma è certo che qualcuno sta cercando di usare tutte queste notizie per influenzare i mercati e per speculare nel breve termine, facendo affidamento sull’eccessivo nervosismo degli investitori.