Anche se i prezzi dell’argento hanno subito un duro colpo nel corso dell’ultimo mese, non significa che i fondamentali del metallo siano cambiati.
Infatti, come risulta dall’ultima pubblicazione del Silver Institute, a causa dell’aumento della domanda fisica di metallo, il 2015 registrerà un deficit di circa 1.800 tonnellate.
Nel corso della prima parte di quest’anno tutta una serie di settori industriali hanno alimentato una maggior richiesta di argento.
È il caso dei produttori di pannelli solari, la cui domanda è prevista in aumento dell’8%, guidati soprattutto dagli Stati Uniti che, nel primo trimestre 2015, hanno registrato una crescita di impianti a pannelli solari del 76% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I produttori di ossido di etilene stanno mettendo a segno una crescita straordinaria nei consumi d’argento, grazie soprattutto al mercato cinese: +61%. Un settore, quello dell’ossido di etilene, che riguarda però soltanto una piccola fetta del mercato dell’argento (circa 267 tonnellate).
L’industria elettronica, in termini di consumo di alluminio, è prevista in crescita dello 0,4%, con un calo della domanda di computer e tablet compensata però dalla crescita dei telefoni cellulari.
Infine, l’altro settore cardine per il consumo di argento fisico, quello degli investimenti, ha visto una domanda robusta nonostante il mercato dei metalli preziosi sia stato penalizzato da prezzi in discesa. Le vendite globali di monete d’oro e d’argento, durante la prima parte dell’anno, sono state di 1.356 tonnellate, il 6% in meno rispetto al periodo precedente.
I dati pubblicati dal Silver Institute evidenziano che la domanda rimane sana e che a fine anno il mercato avrà contabilizzato un deficit, dal momento che le forniture non sono in grado di tenere il passo con la domanda.
Cosa che solleva la questione se il prezzo d’argento aumenterà, come dovrebbe accadere in un mercato fisico. Ma non è il caso del mercato dell’argento e, per capirlo meglio, basta pensare al fatto che il mercato era in deficit anche nel 2013 (-3.480 tonnellate) e nel 2014 (-152 tonnellate) ma il prezzo medio dell’argento è stato di 23,79 dollari per oncia nel primo caso e di 19,08 dollari nel secondo.
Al contrario, nel 2012, il mercato è stato in surplus di 1.303 tonnellate, raggiungendo il secondo più alto prezzo medio annuo di sempre.
Perciò è chiaro che un deficit di mercato non porta necessariamente a prezzi dell’argento superiori e che gli investitori non dovrebbe essere eccessivamente fiduciosi per le prossime quotazioni del metallo bianco.
Tuttavia, un mercato sano e una domanda forte non possono che essere ben visti da tutti i sostenitori dell’argento, dal momento che sono un ingrediente fondamentale per preparare una riscossa dei prezzi in un orizzonte temporale non di breve termine.
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