Alluminio verde quotato in borsa? I produttori non vogliono

L’alluminio a basse emissioni di CO2 potrebbe venire quotato alla borsa di Londra, nonostante la contrarietà di alcuni importanti produttori.

È da poco che si parla di alluminio verde, ma la proposta del London Metal Exchange (LME) di creare un contratto dedicato e di quotarlo, sta facendo discutere.

L’alluminio è un materiale di per sé verde, che aumenta l’efficienza e abbassa le emissioni di CO2 grazie al fatto essere leggero e interamente riciclabile. Tuttavia, se chi lo produce sceglie una fonte di approvvigionamento piuttosto che un’altra, genera alte o basse emissioni di anidride carbonica. Solo in quest’ultimo caso si parla di alluminio verde.

L’alluminio è verde se produce meno di 4,5 kg di CO2

Il contratto “green aluminium” (o alluminio a basso tenore di CO2) proposto dall’LME è un tentativo di capire in che misura il mercato globale è disposto a pagare un premio per l’alluminio che soddisfa una certa soglia di CO2. Ancora da determinare, tale soglia dovrebbe essere di circa 4,5 kg di CO2 per chilogrammo di alluminio. Per avere qualche confronto, la media in Europa è di 8,6 kg, mentre in Cina di circa 20 kg.

Come però riporta il Financial Times, i principali produttori di alluminio primario sono contrari, con Norsk Hydro e Hindalco Industries in prima fila. Contrariamente a quello che questo atteggiamento potrebbe far pensare, il metallo di Norsk Hydro (così come quello di En+/Rusal, favorevole all’alluminio verde) soddisfa questa soglia di basse emissioni di CO2. Infatti, gran parte della loro produzione è basata sull’energia idroelettrica.

Le vere ragioni dell’opposizione di Norsk Hydro

In realtà, quello che non vuole Norsk Hydro è che sia l’LME a fissare il premio. Ritiene infatti di poter ottenere un premio maggiore dai clienti senza un prezzo di riferimento in borsa con cui fare confronti. Sembra che la storia del 1978 si stia ripetendo. Allora, venne lanciato il contratto sull’alluminio da parte dell’LME, con l’opposizione dei produttori. D’altronde, quando è il mercato a decidere i prezzi, il potere dei produttori si riduce.

Esaminando però la proposta di alluminio verde dell’LME in un contesto generale, emerge che il contenuto di CO2 è un problema enorme per l’industria dell’alluminio e per tutto il settore manifatturiero. I consumatori sono sempre più attenti all’ambiente, anche se non sono ancora arrivati a prendere decisioni di acquisto in base all’impronta ambientale di un prodotto. Ma il trend va inequivocabilmente e con sempre maggior forza in questa direzione.

Anche questa volta, come nel 1978, sembra perdente l’atteggiamento dei produttori che vogliono opporsi all’andamento della storia.

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