Anche se in Italia non ci sono, per il momento, problemi di carenza d’acqua, quasi la metà della popolazione mondiale subirà un grave stress idrico a partire dal 2030. Una data non molto lontana, visto che mancano solo 12 anni.
A lanciare l’allarme è l’International Resource Panel (IRP), che ha redatto uno studio nel quale afferma che, mentre la popolazione globale continua a salire, l’aumento dell’urbanizzazione, i cambiamenti climatici e il modo in cui il cibo viene consumato, aumenteranno notevolmente la futura domanda idrica.
L’acqua potabile è sempre più scarsa
Il 2030 sarà l’anno, secondo questo studio, in cui la domanda supererà l’offerta del 40%. Questa carenza costringerà i governi a spendere 200 miliardi di dollari all’anno per approvvigionarsi. A peggiorare le cose, l’acqua potabile è scarsa, dal momento che costituisce una frazione molto piccola di tutta quella del pianeta e gli uomini la stanno usando ad un ritmo senza precedenti.
Rapporti e studi, tra cui quelli delle Nazioni Unite, del World Wildlife Fund e del World Resources Institute, sottolineano come l’uso di acqua potabile sia aumentato due volte più velocemente della popolazione mondiale nel corso dell’ultimo secolo. Questa tendenza, chiaramente, è insostenibile.
Più di 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile
Come accennato, per chi vive in Italia o in quei paesi dove è semplice l’accesso all’acqua potabile, tali preoccupazioni possono sembrare un concetto astratto. Tuttavia, come riferisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa tre persone su dieci in tutto il mondo (2,1 miliardi di persone) non hanno accesso all’acqua potabile.
Il problema è enorme e le possibili soluzioni passano per un uso migliore delle risorse idriche e, soprattutto, per la tecnologia. In questo caso, tecnologia significa desalinizzazione. Il 70% della Terra è coperto di acqua, ma desalinizzarla non è cosí semplice come si pensa, oltre ad essere molto costoso e a consumare enormi quantità di energia.
Dissalazione molto più efficiente grazie al tellurio
Recenti ricerche, hanno però trovato un modo per risolvere il problema energetico, attraverso nanoparticelle di tellurio che possono aumentare notevolmente l’efficienza della desalinizzazione e ridurre l’energia richiesta di un fattore 10.
La nanoparticelle di tellurio possono essere considerate un materiale di conversione fototermica avanzato per l’evaporazione acquea grazie al sole. Inoltre, richiedono un decimo di energia rispetto ai metodi attuali.
Attualmente, esistono più di 18.400 impianti di dissalazione in tutto il mondo, che forniscono acqua a oltre 300 milioni di persone, in 150 paesi. Ma, se il settore della dissalazione farà progressi in termini di efficienza, questi numeri cresceranno.
Come diceva il Vecchio Marinaio nella celebre poesia di Samuel Taylor Coleridge, “Acqua, acqua ovunque e non una goccia da bere“. Un triste presagio per l’imbarcazione dell’umanità in vista del 2030?
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