Erano le ore 12.00 del 28 settembre, fuso orario del Pacifico, quando il palladio ha toccato i 936,50 dollari, mentre il platino quotava 924 dollari per oncia.
Un sorpasso annunciato da molti analisti ma, non per questo, meno sorprendente. Un giorno prima (27 settembre) i due metalli preziosi avevano raggiunto la parità e il sorpasso era ormai solo una questione di ore.
Entrambi i metalli vengono impiegati soprattutto nell’industria automobilistica per i catalizzatori, che filtrano o convertono le emissioni dannose di ossido di carbonio e di ossido di azoto negli scarichi degli autoveicoli, separando le sostanze meno dannose come l’anidride carbonica e il vapore acqueo.
Il platino è utilizzato nelle marmitte catalitiche diesel, mentre il palladio in quelle a benzina. Il calo dei veicoli diesel, provocato in parte dallo scandalo delle emissioni truccate di Volkswagen, ha depresso i prezzi del platino. Inoltre, come noto, il mercato si sta muovendo anche verso vetture ibride, generalmente a benzina.
Secondo GFMS Supply Chain & Commodities Research, i motori diesel non scompariranno subito, ma la loro quota di mercato in Europa, il più grande mercato diesel del mondo, è prevista in diminuzione da circa il 45% attuale, ad appena il 35% entro il 2025.
Quest’anno i prezzi del palladio sono aumentati di oltre il 35%, mentre il platino ha guadagnato solo il 2%. Per Citigroup, il palladio vivrà un deficit di produzione di oltre 1 milione di once all’anno per i prossimi tre anni, molto di più del deficit di 770.000 once nel 2017.
Ma c’è anche qualcuno che pensa controcorrente. Per gli analisti di Commerzbank, i prezzi del palladio non rimarranno sopra a quelli del platino per molto tempo ancora, poiché il palladio è attualmente molto sottovalutato e il palladio troppo di moda.
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