Xi Jinping, il nuovo presidente cinese contro la crisi economica

Xi Jinping è il nuovo presidente della Cina. Due sfide lo attendono: debellare la corruzione all’interno del partito e fermare la crisi economica prima che varchi i confini cinesi.

Xi Jinping è il nuovo leader della Cina. Cosa cambierà negli equilibri mondiali e quale direzione prenderà la nazione destinata a diventare la maggior potenza del  mondo? Xi Jinping, che ha 59 anni, sale al potere in un anno dove la corruzione e gli abusi di potere del partito si sono rivelati in tutta la loro virulenza. Abusi culminati con l’omicidio, lo scorso novembre, di un uomo d’affari inglese, informatore dell’MI6, il servizio di spionaggio britannico.

Xi Jinping, che appartiene alla quinta generazione di leader cinesi dal 1949 , dovrà trovare il modo per adattare un sistema leninista di governo ai problemi economici del 21° secolo. Impresa non facile. Anche se centinaia di milioni di cinesi, negli ultimi tre decenni, sono passate dalla povertà al benessere, grazie a riforme orientate al mercato, la Cina è ben lungi dall’essere un vero mercato. Tutti gli economisti sono convinti che la Cina continuerà a crescere solo se si affiderà maggiormente alle imprese private e sui consumi interni. In altre parole dovrà ridimensionare la potenza delle imprese statali, frenando l’appetito dei funzionari locali corrotti, e dovrà favorire la creazione di decine di milioni di nuovi consumatori.

Il padre di Xi Jinping era un eroe rivoluzionario che combattè al fianco del presidente Mao Zedong, espulso nel 1960 e poi riammesso ai vertici del partito nel 1980, fu un uomo chiave nelle precoci riforme del mercato. Xi Jinping ha goduto di una vita agiata durante l’infanzia ma, come la maggior parte della gioventù urbana della Cina, fu mandato in campagna a fare lavori pesanti a fianco dei contadini. L’idea era che i giovani dovessero essere rieducati, spogliandoli delle loro tendenze borghesi. Nel villaggio di Liangjiahe, nella provincia di Shaanxi, il futuro leader viveva in una casa grotta, una casa tradizionale scavata nella polverose colline gialle. Come i contadini, conduceva una vita di fame e povertà. Ritornando a Pechino, per frequentare l’università, comincia la sua carriera politica che lo allontanerà per sempre dalle campagne.

Xi Jinping è un fan di calcio e di film di guerra di Hollywood, e risulta una figura più simpatica per molti cinesi, rispetto al suo predecessore. Anche grazie anche alla sua struttura corpulenta, alla sua voce profonda e sonora e ad una moglie affascinante, gode di una buona popolarità. Egli confida molto nella sua esperienza di partito, in una profonda conoscenza degli organi amministrativi e militari, in un carisma personale e nei suoi contatti con l’élite dirigente cinese, oltre che sull’ottima reputazione politica che gli deriva dal padre.

Secondo molti osservatori è improbabile che la nuova leadership porterà a grandi cambiamenti improvvisi. È ragionevole attendersi che non ci saranno riforme significative almeno per un anno. Il processo decisionale cinese, che valorizza il compromesso rispetto alle azioni decise, richiede che la nuova classe dirigente consulti e prosegua le politiche dei predecessori. Come lo stesso Xi Jinping ha detto, il principio di un antico filosofo cinese è sempre valido: “Non cercare di fare l’impossibile. Non cercare di ottenere l’irraggiungibile.”

Dopo anni di crescita senza sosta, l’economia cinese sta mostrando segni di rallentamento. L’obbiettivo di quest’anno è di una crescita del 7,5%, ben lontano dai tassi di crescita a due cifre che il paese ha vantato negli ultimi dieci anni. La sfida più importante che attende il nuovo leader cinese è sicuramente quella di evitare che la crisi economica entri in Cina, mantenendo una crescita che per il paese è fondamentale.

La stabilità sociale, che i leader cinesi hanno tanto a cuore, potrebbe essere minacciata da un aumento del tasso di disoccupazione. Le agitazioni popolari sono in aumento e le persone scendono in piazza per protestare contro progetti industriali inquinanti, espropriazioni di terreni e corruzione. Mediamente, si verificano in Cina circa 500 proteste ogni giorno.

Per il Partito Comunista, il mantenimento di una sana crescita economica è anche la chiave per mantenere il potere. Per anni, c’è stato un patto non scritto tra il partito e il popolo: noi ci teniamo il potere ma faremo in modo che la vostra vita sia migliore. Se questa promessa non viene mantenuta, il partito potrebbe finire nei guai, perché la gente potrebbe iniziare mettere in discussione la legittimità del partito unico.

Il nuovo leader ha tutto il prossimo decennio per impedire che la crisi economica varchi i confini cinesi.

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