Dalla Turchia arrivano pessimi segnali per il mercato del rottame ferroso

Quello che sta avvenendo sul mercato dei rottami ferrosi in Turchia è l’anticipo di ulteriori crolli? Ecco cosa ne pensano gli operatori…

Il mercato del rottame ferroso aveva quasi dimenticato il significato della parola ribasso. Ma i mercati non stanno mai fermi e, adesso, stanno imparando velocemente che l’aria è cambiata, mentre le acciaierie abbassano i prezzi dell’acciaio finito senza però ottenere grandi risultati nelle vendite.

Quello che sta accadendo in un mercato siderurgico importante come la Turchia, può aiutare a capire meglio la situazione in cui ci troviamo. Come noto, il mercato turco è uno sbocco determinante anche per il rottame di molti grossi commercianti europei che, fino alla scorsa settimana, vendevano HMS 1&2 80/20 a 480 dollari per tonnellata, un prezzo considerato ormai lontano dalla realtà.

Metallo russo a prezzi bassi

In Turchia, le acciaierie sono favorite nello spingere verso il basso i prezzi del rottame anche perché sul mercato sta arrivando metallo russo (billette, per esempio) a condizioni assai vantaggiose. Qualcuno teme addirittura un possibile collasso dei prezzi e questa paura potrebbe spiegare la bassa propensione all’acquisto da parte della maggior parte dei produttori turchi.

Secondo Kallanish, società britannica specializzata in commodities, il prezzo per il rottame (HMS 1&2 80/20) è intorno ai 450 dollari per tonnellata (CFR Turchia), ma potrebbero esserci fornitori nella condizione di dover vendere con urgenza e quindi disposti a scendere anche sotto questo livello. Per esempio, sembra che alcuni commercianti di rottami della Bulgaria abbiano accettato di vendere in Turchia a 400 dollari per tonnellata.

Le prospettive di vendita rimangono molto incerte

Naturalmente, le acciaierie avranno sempre bisogno di rottami ma, in questo momento, le vendite stagnanti di acciaio prospettano un futuro così incerto da arrestare anche le forniture di una materia prima così importante come il rottame.

Nei prossimi mesi, o addirittura nelle prossime settimane, potremmo assistere alla riduzione della produzione per far fronte alla mancanza di nuovi ordini.

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