Dalla Cina arrivano segnali negativi circa le importazioni di rottami. E quando i cinesi non comprano rottami dall’estero sono dolori per tutto il settore.
Secondo i mass-media del paese, 80 persone sono state arrestate per “importazioni illegali di rifiuti“. Inoltre, gli agenti doganali hanno sequestrato più di 1 milione di tonnellate di ciò che Xinhua, agenzia di stampa del governo, chiama “l’ultimo round nella lotta al traffico di rifiuti provenienti dall’estero“. Si tratta di rifiuti di plastica, ma la vicenda sembra abbia colpito anche un’azienda di riciclo metalli nella provincia del Guangdong.
Nuova ondata di repressioni
La nuova ondata di repressioni, che oltre al Guangdong ha riguardato altre nove diverse province, arriva proprio quando il governo cinese ha aperto dei nuovi spiragli per favorire l’approvvigionamento di rottami dall’estero. Per esempio, ad aprile, i dazi sui rottami non ferrosi dagli Stati Uniti sono state abbassati.
Tuttavia, i commercianti cinesi di rottami dicono che la situazione è assai incerta. Secondo alcuni commercianti di Hong Kong, le transazioni commerciali con la Cina sono in forte diminuzione. Corre anche voce che ci siano stati arresti nel settore dei metalli rossi nella zona di Ningbo (Cina).
Di fatto, per i produttori di metalli secondari non ferrosi sta diventando difficile operare. Alcuni di loro hanno deciso di importare pani secondari di alluminio o di rame dall’India o dal sud-est asiatico anziché rottami. Poi, per poterli vendere ai clienti cinesi, li hanno marchiati “made in China“.
Un modo per favorire le aziende statali
Rottamai e traders di metalli cinesi hanno il sospetto che la nuova stretta sulle importazioni di rottami sia un modo per favorire le imprese statali che operano nel settore dell’acciaio, dell’alluminio e dei polimeri. Imprese che usano quasi esclusivamente minerali vergini e prodotti petrolchimici.
Per chi vende rottami in Cina, la recente riluttanza da parte delle autorità cinesi a distinguere tra materie prime secondarie e rifiuti solidi non riciclabili, potrebbe comportare una seria minaccia per il proprio business in terra cinese.
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