Altre sanzioni inglesi: niente metalli russi nei magazzini LME e dazi al 35%

Le nuove sanzioni del Regno Unito contro la Russia faranno crescere ulteriormente i prezzi dei metalli? Crescono le preoccupazioni a riguardo tra gli operatori del settore.

Le nuove sanzioni economiche del Regno Unito contro la Russia comprendono il bando di alcuni metalli russi dai magazzini britannici del London Metal Exchange (LME). Inoltre, Il governo britannico ha imposto dazi aggiuntivi del 35% sulle importazioni russe di acciaio, rame, piombo, alluminio primario e lega di alluminio a partire dal 15 marzo. 

Il LME ha sospeso le consegne di alcuni metalli prodotti in Russia nei suoi magazzini nel Regno Unito, anche se attualmente non ce n’è nulla di immagazzinato. Alcuni membri della borsa dei metalli di Londra hanno chiesto misure ancor più severe ma, per il momento, il LME si atterrà alle misure prese dal governo britannico.

Stop LME all’alluminio di Rusal e al rame di Norilsk Nickel

In termini più concreti, il nuovo stato delle cose significa che l’alluminio prodotto da Rusal e il rame prodotto da Norilsk Nickel e JSC Uralelektromed possono essere consegnati nei magazzini LME della Gran Bretagna soltanto nel caso sian stati esportati dalla Russia prima del 25 marzo.

Inoltre, il Regno Unito vieta a Russia e Bielorussia l’accesso al regime Most Favoured Nation per centinaia delle loro esportazioni, che significa non avere i vantaggi previsti dall’adesione all’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio).

Nuovi dazi un po’ su tutti i metalli (ma non il nichel)

Le importazioni russe saranno soggette ad un ulteriore aumento dei dazi del 35% e ne verranno colpiti, tra gli altri, ferro, acciaio, fertilizzanti, legno, cemento, rame, alluminio, argento, piombo, minerale di ferro, vetro, cereali, semi oleosi, carta e cartone.

L’obbiettivo di queste nuove misure è di causare il massimo danno alla macchina da guerra di Putin, riducendo al minimo l’impatto per le imprese del Regno Unito. Tuttavia, per quanto riguarda i metalli, molti operatori temono che i nuovi dazi faranno semplicemente lievitare i prezzi in tutta Europa, a tutto vantaggio dei produttori extra-europei.

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