Salvate i prezzi dello stagno!

La discesa dei prezzi dello stagno ha costretto il principali paese produttore a correre ai ripari, ma senza successo. Il mercato, implacabile, spinge lo stagno verso il basso e nei prossimi mesi…

Il mercato dello stagno ha dovuto affrontare momenti assai difficili.

Il metallo è arrivato a toccare i 19.000 dollari per tonnellata nel corso dello scorso ottobre, un livello che si pensava fosse molto basso, ma nei mesi a seguire ha proseguito la discesa e ad oggi è a circa 17.900 dollari.

Perciò, è particolarmente difficile mantenere l’ottimismo che, secondo alcuni esperti, guiderà il mercato per l’anno in corso per merito del principale paese produttore che ha rallentato le vendite per aiutare i prezzi.

Nel 2013 il governo indonesiano ha introdotto nuove regole circa il grado di purezza minimo dello stagno destinato all’esportazione, grazie alle quali le esportazioni dall’Indonesia hanno subito una riduzione del 17%, scendendo a 76.000 tonnellate nel 2014.

Inaspettatamente, le restrizioni sugli standard qualitativi indonesiani non hanno prodotto tutti gli effetti attesi. Infatti, le nuove misure hanno colpito soprattutto le spedizioni verso la Cina, grande produttore di stagno ma anche il principale consumatore. A corto di materiale, per colmare la domanda interna, la Cina ha rafforzato la propria catena di approvvigionamento in Myanmar da dove, nel 2014, ha importato il doppio dello stagno rispetto all’anno precedente (173.000 tonnellate).

L’Indonesia sta pensando ad una moratoria totale sulle esportazioni di stagno

L’Indonesia, nel tentativo di salvare i prezzi dello stagno, ha deciso di esaminare la possibilità di una moratoria totale sulle esportazioni. Tuttavia, al momento non è stata ancora presa nessuna decisione.

Nel frattempo, il più grande produttore del paese, PT Timah, ha sospeso le nuove vendite di stagno per saldatura fino a quando i prezzi non saliranno sopra i 20.000 dollari a tonnellata.

Se gli sforzi dell’Indonesia avranno successo è tutto da vedere, ma secondo un recente articolo di Bloomberg, nel 2015 potrebbero venire a mancare dalle 5.000 alle 10.000 tonnellate di stagno in tutto il mondo.

Per questo, altri produttori come il Myanmar e l’Australia si stanno dando da fare per compensare questa lacuna nell’offerta di metallo, cosa che renderebbe vano ogni tentativo di frenare la caduta dei prezzi.

Tutto sommato, molti sembrano più propensi a credere che i prezzi dello stagno siano così bassi che le cose non possano che migliorare nei prossimi mesi. Se sarà il rimbalzo del gatto morto rimane tutto da vedere.

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