Russi, americani e talebani. La ricchezza afghana resta sotto terra

Si ritiene che l’Afghanistan detenga risorse minerarie e di metalli per un valore di trilioni di dollari, ma il loro sfruttamento è una grande sfida.

Si è sempre saputo che l’Afghanistan è un paese ricco di risorse naturali, tra le quali smeraldi, lapislazzuli, gas naturale e petrolio.

Tuttavia, negli ultimi anni, è emerso quanto grandi siano i giacimenti minerari afghani, il cui valore è stato stimato tra 1 e 3 trilioni di dollari. Un bel tesoro su cui si erano seduti sopra i russi, poi gli americani e adesso nelle mani dei Talebani.

Il 90% degli afghani è al di sotto della soglia di povertà

Come accade anche in altri paesi africani colpiti dalla cosiddetta “maledizione delle risorse“, tante ricchezze naturali si contrappongono ad una povertà estrema della popolazione. Secondo un rapporto dello US Congressional Research Service, nel 2020 circa il 90% degli afghani viveva al di sotto della soglia di povertà (2 dollari al giorno).

Durante gli anni ’60 e ’70, l’Unione Sovietica e i suoi alleati dell’Europa Orientale avevano condotto vaste indagini sulle risorse geologiche del paese. Tuttavia, decenni di guerra hanno fatto sì che la maggior parte delle risorse rimanesse sepolta. Ma, in tempi più recenti (2010), lo United States Geological Survey (USGS) insieme all’Afghanistan Geological Survey (AGS) ha condotto un’indagine geologica completa del paese, identificando 24 aree di interesse specifiche nelle 34 province dell’Afghanistan.

Importanti riserve di rame, ferro, oro, terre rare, litio, etc. etc.

Da queste conoscenze emergono ricchi depositi di minerali e metalli, presenti in una varietà sorprendentemente ampia e in quantità molto grandi. L’Afghanistan ha infatti importanti riserve di rame, ferro, oro, terre rare, litio e altro ancora. Nel caso del litio, i depositi rinvenuti sono considerati tra i più grandi mai trovati al mondo.

In contrasto con queste immense ricchezze, l’industria mineraria del paese è decisamente sottosviluppata, per motivi che sono facili da immaginare. Infatti, i conflitti armati e le invasioni militari prima dei russi e poi degli occidentali, hanno frenato lo sviluppo del settore minerario. Nonostante ciò, negli ultimi anni, il governo afghano aveva cercato di attirare investitori internazionali per esplorare e sviluppare le ricchezze minerarie del paese. Su questa linea era stata promulgata una legge mineraria che prevedeva esenzioni fiscali e royalties ridotte per le società straniere che investissero nel settore minerario del paese.

Russi, americani e talebani. La ricchezza afghana resta sotto terra

Arriveranno gli investimenti stranieri?

Ma, a fronte di queste enorme potenzialità, i problemi ancora da risolvere sono enormi. Le infrastrutture del paese sono agli albori e persistono incertezze sulla sicurezza delle persone e delle cose. Inoltre, concussione e corruzione continuano ad essere endemiche, cosa che rende difficile lo sviluppo di qualsiasi attività imprenditoriale, compresa quella mineraria. Naturalmente, le grandi società minerarie sono attrezzate per affrontare situazioni complicate poiché operano spesso in paesi difficili. Tuttavia, in Afghanistan esiste anche il grosso ostacolo degli ordigni inesplosi che contaminano diverse aree del paese, oltre alla persistente incertezza politica e militare.

Ciò non toglie che le enormi risorse naturali dell’Afghanistan rappresentino una opportunità per il paese di ricostruire la sua economia e diventare meno dipendente dall’assistenza esterna. E il settore minerario potrebbe dare una spinta decisiva per una rinascita dell’economia del paese, sempre che arrivino le imprese straniere ad investire in modo adeguato.

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