Alla ricerca dell’uranio nazista scomparso dopo la guerra

Che fine ha fatto tutto l’uranio dei nazisti che doveva servire nel progetto segreto di costruire un reattore nucleare durante la Seconda Guerra Mondiale?

Erano 664 i cubi di uranio raccolti dagli scienziati nazisti per costruire un reattore nucleare durante la Seconda Guerra Mondiale.

Uno di questi è arrivato nelle mani di Timothy Koeth, un ricercatore dell’Università del Maryland (Stati Uniti), che lo ha ricevuto come regalo di compleanno. Un dono piuttosto straordinario, che ha spinto lo scienziato nell’avventura della vita: ricostruire la verità circa il tentativo di Hitler di costruire un reattore nucleare.

Le conclusioni di tutta questa affascinante indagine sono state recentemente pubblicate su Physics Today.

Un candeliere di cubi di uranio

Il cubo di Timothy Koeth rappresenta uno dei 664 cubi di uranio che erano stati messi insieme (in una forma che ricorda un candeliere) dagli scienziati tedeschi, tra cui c’era anche Werner Heisenberg, il celebre fisico teorico che fu uno dei padri della meccanica quantistica.

Il laboratorio sperimentale dei tedeschi era piccolo e si trovava sottoterra, nella città di Haigerloch. Attualmente, il sito è diventato il Museo Atomkeller, che il pubblico può visitare.

L’esperimento con i cubi di uranio fu l’ultimo tentativo tedesco di creare un reattore nucleare autosufficiente, anche se non c’era abbastanza uranio per raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, mentre i 664 cubi di uranio non erano sufficienti, a quei tempi in Germania ce ne erano altri 400 in altri laboratori in competizione con quello di Haigerloch. Se i nazisti li avessero messi insieme, avrebbero potuto costruire un reattore nucleare funzionante.

Una evidenza della più grande differenza tra il programma di ricerca nucleare tedesco e americano. Il programma tedesco era diviso e con laboratori in competizione tra loro, mentre l’American Manhattan Project era centralizzato e collaborativo.

Quanto mancava ai nazisti per arrivare ad un reattore nucleare?

Naturalmente, la domanda che tutti si sono sempre posti è quanto fossero vicini i tedeschi ad un reattore nucleare funzionante. Secondo Timothy Koeth, l’esperimento del reattore di Haigerloch avrebbe avuto bisogno di circa il 50% in più di uranio per funzionare. Quindi, anche se i 400 cubi aggiuntivi fossero stati portati ad Haigerloch per essere utilizzati all’interno dell’esperimento del reattore, gli scienziati tedeschi avrebbero comunque avuto bisogno di più acqua pesante per far funzionare il reattore. In altre parole, non c’era nessuna minaccia imminente di una Germania nucleare entro la fine della guerra.

Comunque, quel che ancora rimane di quei giorni, sono quei cubi di uranio nazista. Tutti i 664 cubi di Haigerloch sono stati spediti negli Stati Uniti e sono finiti nelle mani di molte persone. Probabilmente, sono ancora nascosti in qualche scantinato o in qualche ufficio, sparsi in tutto il paese.

Ma degli altri 400 cubi di uranio se ne sa ancora meno. Si sospetta che siano finiti sul mercato nero in Europa dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma nessuno sa dove. La caccia all’uranio nazista di Timothy Koeth e dei suoi colleghi continua…

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