Come noto, il mercato delle terre rare non è tra quelli più facile su cui operare. Di certo, per gli investitori poco esperti, è difficile da capire e irto di difficoltà.
Non fa eccezione a questa regola l’andamento dei prezzi nel corso degli ultimi anni che, dopo aver toccato i livelli più bassi degli ultimi decenni ad aprile 2015, a marzo di quest’anno hanno invertito marcia, iniziando una corsa verso l’alto che non si è ancora fermata.
Naturalmente, l’andamento è molto diverso da metallo a metallo e, se l’ossido di terbio è cresciuto del 2% negli ultimi 12 mesi e l’ossido di disprosio del 5,6%, l’ossido di neodimio ha messo a segno una performance mozzafiato: +35% in un mese.
Per chi non lo sapesse, la maggior parte della produzione di terre rare proviene dalla Cina e questi metalli sono fondamentali per costruire computer, telefoni e altri dispositivi elettronici.
Da quando il mercato è crollato, le terre rare hanno fatto molta strada. Per il Financial Times il neodimio e il praseodimio sono cresciuti di oltre il 50% nel corso del 2017. Secondo Reuters, i prezzi dell’ossido di neodimio e praseodimio stanno volando a livelli stratosferici, con una crescita di oltre l’80% dall’inizio dell’anno.
Tutto ciò, come sempre, ha come palcoscenico la Cina, il paese che monopolizza nel mondo questi materiali critici. Le politiche cinesi hanno un impatto significativo nell’imprimere una direzione a tutto il mercato globale, anche a causa degli acquisti governativi per immagazzinare terre rare.
Il mercato delle terre rare ci ha abituato a brusche salite e altrettanto brusche discese. Adesso, mentre il mercato corre troppo rapidamente verso l’alto, c’è chi si domanda quando ci sarà il prossimo tracollo.
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