Le preoccupazioni diffuse per l’economia globale, colpiscono ancora una volta l’oro.
A circa tre settimane dall’incombente minaccia del fiscal-cliff e da dietro le quinte dei colloqui tra politici americani per decidere cosa succederà dopo il primo gennaio 2013, le quotazioni dell’oro hanno toccato i minimi di 1686 dollari per oncia. Nelle ultime sessioni il metallo giallo si è riportato in zona 1700 dollari per oncia. Certamente la discesa a livelli così bassi è stata una buona occasione per molti investitori di comprare a prezzi scontati.
In Europa, ancora tagli ai tassi d’interesse
Mario Draghi, presidente della BCE, ha accennato a ulteriori tagli dei tassi di interesse con l’obbiettivo di rilanciare la crescita economica in Europa. Bassi tassi di interesse sono considerati inflazionistici e quindi un fattore rialzista per tutti i metalli preziosi. Gli investitori sono con il fiato in sospeso, in attesa dei dati che verranno pubblicati venerdì e in attesa della prossima riunione della FED per la prossima settimana, occasione nella quale si spera in una risoluzione del fiscal-cliff.
Se gli Stati Uniti non riusciranno ad evitare il fiscal-cliff, un pacchetto da 600 miliardi dollari, con aumenti delle tasse e tagli alla spesa, la più grande economia del mondo potrebbe finire in recessione.
Gli analisti hanno una visione sulle prospettive delle quotazioni dell’oro abbastanza diversificata.
Secondo Goldman Sachs, siamo alla fine del trend rialzista. Perciò, ha abbassato il prezzo obbiettivo a tre mesi a 1825 dollari e a 1750 dollari per i 12 mesi. Al contrario, Morgan Stanley ha consigliato ai propri clienti di sovrapesare l’investimento in oro per il prossimo anno.
Rimane una diffusa convinzione sull’eventualità che il fiscal-cliff entri in vigore: in tal caso l’oro e tutti i beni rifugio verrebbero spinti verso l’alto e gli obbiettivi potrebbero essere davvero inimmaginabili.
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