Il PIL che sale dà felicità? Si/No per il paradosso di Easterlin

Dopo decenni dalla scoperta del paradosso di Easterlin, il legame tra denaro e benessere rimane una questione controversa.

Io ve lo avevo detto!” avrebbe esclamato Gesù Cristo dopo aver letto l’articolo di Richard Easterlin sulla crescita economica e la felicità.

Era il 1974 quando l’ormai celebre economista americano scrisse che man mano che i paesi e le persone diventano più ricchi, i loro livelli di felicità non mostrano alcun segno di aumento. Ciò è paradossale visto che, ovunque, le persone più ricche sono in media più felici delle persone più povere.

Il denaro rende felici?

Una sfida al senso comune che dà per scontata la relazione tra guadagnare più soldi e sentirsi più felici. Ecco perché Easterlin ha dato una svolta importante ad un dibattito che è più antico del denaro stesso.

Easterlin, confrontando il PIL pro-capite di vari paesi, scoprì che dove il valore era più elevato, la percentuale di cittadini che si definiva felice era più elevata. Piccoli incrementi di reddito portavano ad una forte crescita di coloro che si definivano felici.

Tuttavia, quando il reddito cresceva oltre i 15.000 dollari annui, la correlazione positiva tra PIL e felicità, scompariva. Se poi il reddito superava i 30.000 dollari annui, ritornava la correlazione ma diventava negativa. In altre parole, oltre i 30 mila dollari si registrava una riduzione della felicità.

Gli umani vogliono sempre di più

Dopo trentasei anni, lo stesso Easterlin ha spiegato così il paraddosso: “l’escalation delle aspirazioni materiali con la crescita economica, riflette l’impatto del confronto sociale e dell’adattamento edonico“. Tradotto in parole povere significa che la felicità umana si basa sul modo in cui ci confrontiamo con quelli che ci circondano. Inoltre, ci adattiamo rapidamente a qualsiasi livello di ricchezza acquisiamo. Gli umani vogliono sempre di più e in questa escalation non si sentono mai veramente soddisfatti.

Sono stati fatti molti esperimenti di economia comportamentale che sono arrivati a conclusioni simili a Easterlin. In uno di questi studi, Sara J Solnick e David Hemenway hanno chiesto ai partecipanti: “Preferiresti guadagnare 50.000 dollari all’anno mentre le altre persone ne guadagnano 25.000, o preferiresti guadagnare 100.000 dollari all’anno mentre le altre persone ne guadagnano 250.000?“. La maggior parte delle persone ha scelto la prima opzione, cosa che fa pensare che ciò che conta per la felicità è lo status relativo, piuttosto che i livelli assoluti di reddito.

Viste le cose in questa nuova prospettiva, probabilmente, le politiche pubbliche di molti paesi non dovrebbero essere così ossessionate dal reddito e dalla crescita economica. L’economia della felicità non si misura in dollari.

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