Perdite drammatiche per le multinazionali dell’oro

Il crollo delle quotazioni dell’oro, avvenuto nel 2013, ha comportato guai molto seri per tutte le grandi società minerarie impegnante nel settore.

Gli investitori privati che hanno investito in oro prima del crollo delle quotazioni, stanno cercando di capire cosa fare dopo aver subito perdite di capitale significative. Una magra consolazione può essere quella di guardare a cosa stanno facendo le grandi aziende aurifere in tutto il mondo, per le quali la discesa delle quotazioni dell’oro ha causato danni molto gravi.

Infatti, chi ha investito parte dei suoi risparmi in oro ha contabilizzato una perdita, ma per le grandi multinazionali le perdite hanno aperto delle vere e proprie voragini contabili. Tutto a causa della discesa delle quotazioni del metallo giallo.

Goldcorp, Barrick Gold, Newmont Mining, Kinross Gold e Polymetal International hanno cominciato operazioni straordinarie di svalutazione all’interno dei loro bilanci. La sola Goldcorp ha svalutato per circa 2 miliardi di dollari il valore della propria miniera di Penasquito in Messico.

La Newmont Mining ha annunciato una perdita di circa 2 miliardi di dollari, soprattutto a causa delle svalutazioni delle proprie miniere d’oro australiane.

Ancora peggio ha fatto la Kinross, con perdite di 2,29 miliardi di dollari, dopo i costi straordinari derivati dal rifiuto di pagare in tasse il 70% dei propri profitti nella miniera di Fruta del Norte al governo dell’Ecuador.

Il nuovo copione per tutti è diventato quello di tagliare tutti i costi possibili, di sospendere i nuovi progetti di esplorazione e di rinviare ogni nuovo investimento.

Gli azionisti, piccoli e grandi, di queste società si stanno dibattendo nel dubbio se persistere nell’investimento o se cambiare cavallo. Alcuni di loro hanno scelto di vendere e infatti i titoli di queste società sono stati penalizzati in tutte le borse valori internazionali. Le performance negative di molti titoli di società minerarie hanno superato anche quelle dell’oro stesso, che soltanto nel corso del 2013 ha accusato perdite fino al 25%.

Il mercato delle società aurifere cambierò drasticamente e in tempi molto rapidi se le quotazioni dell’oro non si riprenderanno per tornare su livelli di prezzo più alti.

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