Le ultime previsioni di Thomson Reuters danno ancora conforto ai sostenitori dell’oro.
Anche se il prezzo del metallo giallo è previsto in media a 1.125 dollari all’oncia nei prossimi mesi, nell’ultima parte dell’anno i prezzi miglioreranno e dovrebbero iniziare a costruire le basi per un mercato impostato al rialzo.
Anche se le prospettive sembrano abbastanza promettenti, Thomson Reuters avverte che per l’oro i guai non sono ancora finiti.
Infatti, nonostante gli annunciati allentamenti monetari da parte della Banca del Giappone, della Banca Popolare della Cina e della Banca Centrale Europea, i prezzi dell’oro non sono schizzati verso l’alto. Ciò significa che la maggiore influenza sui metalli preziosi è quella derivante dalla politica monetaria della Federal Reserve americana (FED).
Nel breve periodo, la politica monetaria della FED sarà rivolta ad innalzare i tassi di interesse, fornendo un contesto negativo per i prezzi dell’oro durante tutto il 2015.
Dall’altra parte del mondo la Russia continua a rappresentare un’altra grossa incognita per il mercato dell’oro.
Il paese è nel bel mezzo di una crisi valutaria e se continuerà a vendere le sue partecipazioni in valuta estera, potrebbe presto decidere di vendere le proprie riserve auree, così come fece nel corso della crisi del 1998. Lo scenario è giudicato improbabile ma, se dovesse verificarsi, ci sarebbe una reazione istintiva al ribasso del prezzo dell’oro.
È interessante notare che, mentre nel breve termine le previsioni sui prezzi dell’oro di Thomson Reuters sono relativamente in linea con quelli di altri analisti, nel lungo termine le opinioni divergono.
Per Goldman Sachs la media dei prezzi dell’oro a tre mesi sarà di 1.290 dollari, a sei e 12 mesi di 1.270 dollari e di 1.175 dollari rispettivamente. Tuttavia, entro la fine del 2016, Goldman Sachs prevede che i prezzi scenderanno a 1.000 dollari all’oncia.
Anche Barclays crede in prezzi medi per il 2015 a 1.170 dollari, ma teme che tra qualche mese la situazione sia destinata a peggiorare.