Per l’oro finisce un anno da incubo, ma come sarà il 2014?

I principali eventi che hanno trascinato verso il basso le quotazioni dell’oro nel 2013.

Il 2013 passerà alla storia come l’annus horribilis dell’oro.

Il metallo prezioso è stato considerato per anni una cassaforte affidabile e una polizza assicurativa contro future calamità economiche, ma durante il 2013 ha perso oltre il 25% del proprio valore, al di sotto del 37% rispetto ai massimi raggiunti nel settembre 2011 (1.923,70 dollari per oncia).

A seguito della crisi finanziaria del 2007-08, la Federal Reserve statunitense ha perseguito una politica monetaria espansiva per mantenere bassi i tassi di interesse, con l’obbiettivo di incentivare aziende e privati a prendere denaro in prestito, stimolando così l’economia per farla crescere ulteriormente. Di questa politica ne hanno beneficiato, in misura maggiore, l’oro e le azioni delle società minerarie del settore aurifero.

Ma a maggio 2013, la Federal Reserve ha prospettato la fine della politica di stimolo monetario, in seguito ad un miglioramento di alcuni indicatori economici, tra i quali l’abbassamento del tasso di disoccupazione. I disoccupati sono un vero e proprio salasso per l’economia, infatti le persone senza lavoro non pagano le tasse sui salari e non sono in grado di fare acquisti, fattore chiave nel guidare la crescita economica. Per l’oro non poteva verificarsi un evento peggiore.

Come se non fosse bastato, gli investitori hanno avuto a disposizione valide alternative di investimento nel mercato azionario americano, che nel 2013 ha fatto fuoco e fiamme: l’S&P500 è salito del 27% e, secondo Bloomberg, i titoli azionari sono saliti del 168% rispetto ai minimi del 2009.

Ma l’evento che ha innescato il crollo dei prezzi del metallo giallo, durante il mese di aprile, è stata la crisi di Cipro. La piccola isola del Mediterraneo ha scioccato il mondo intero, annunciando che avrebbe venduto tutto il suo oro per finanziare un piano di salvataggio da 400 milioni di euro. Le quotazioni dell’oro scesero di colpo al di sotto dei 1.500 dollari, per la prima volta in più di 18 mesi, sui timori che anche altri paesi europei in crisi (Italia compresa) avrebbero fatto lo stesso.

Il 15 aprile, in quello che viene ricordato come il giorno più nero per l’oro, i futures scesero di 140 dollari (-9,4%), a un minimo di due anni di 1.360,60 dollari, il più grande calo in un solo giorno in 30 anni. A distanza di qualche mese, si fa sempre più strada l’ipotesi di una vera e propria manipolazione dei prezzi avvenuta durante questa giornata nefasta, per mano delle principali banche di investimento.

Una delle prime vittime del disastro di aprile furono gli exchange-traded funds in oro. Quattro giorni dopo il crollo, più di un miliardo di dollari se ne andava dal più grande ETF in oro del mondo, l’SPDR Gold Trust. Gli investitori hanno continuato a vendere ETF facendo scendere la domanda di oro del 21% soltanto negli ultimi 4 mesi dell’anno. Barclays Capital, per esempio, ha dichiarato che il valore dei metalli preziosi in gestione sono diminuiti di 78.000 milioni dollari rispetto allo scorso anno.

Contemporaneamente alla discesa dei prezzi dell’oro, si è manifestata la tendenza verso un flusso di metallo giallo da Ovest ad Est, grazie ai consumatori indiani e cinesi, che compravano oro sotto forma di gioielli, monete d’oro e lingotti.

Il 2014 sarà un altro anno disastroso per l’oro o, al contrario, sarà un anno di soddisfazioni per gli investitori? Le indicazioni che giungono dai mercati non sono per nulla promettenti, considerando il numero di fattori negativi in gioco.

È probabile che assisteremo ancora a manipolazioni dei prezzi dell’oro e dell’argento per favorire le posizioni dei grossi gruppi di investimento bancari, nonostante la recente regolamentazione Volcker, voluta dal governo degli Stati Uniti, per frenare la partecipazione delle banche nelle strategie ad alto rischio, come gli investimenti in hedge fund, oro  e argento.

Tutti gli analisti e tutte le principali banche di investimento hanno rivisto al ribasso le previsioni sulle quotazioni dell’oro per il 2014. UBS Investment Research prevede un prezzo medio di 1.200 dollari, Bank of America prevede 1.294 dollari, mentre Morgan Stanley prevede 1.313 dollari. Molto pessimista Goldman Sachs, secondo la quale i prezzi dell’oro scenderanno a 1.050 dollari entro la fine del prossimo anno.

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