Cosa pensano gli analisti sul destino dell’oro durante l’anno appena cominciato?
In estrema in sintesi, molti credono che soltanto una forte scossa del mercato potrà portare i prezzi in alto. Come a dire che, se non ci sarà un miracolo, il 2018 non sarà un anno da ricordare per il metallo giallo.
Ma vediamo più nel dettaglio quale è il sentimento del mercato e quali sono i fattori da tenere sotto controllo durante l’anno.
Nel 2017 il prezzo dell’oro è cresciuto di circa il 9% (1.295 dollari per oncia al 28 dicembre 2017), un risultato tutt’altro che disprezzabile ma sotto le aspettative di molti. L’incertezza politica, le tensioni in tutto il mondo e l’indebolimento del dollaro hanno sostenuto i prezzi mentre, all’opposto, l’aumentata propensione al rischio e la linea dura della Federal Reserve americana (FED) li hanno penalizzati.
L’oro nel 2017
Per tutto l’anno il metallo giallo ha mantenuto una certa volatilità ma, anche così, i prezzi sono leggermente aumentati dall’inizio 2017. Con un picco annuale raggiunto nel mese di settembre (1.346 dollari), quando le tensioni tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti erano all’apice, il minimo dell’anno è stato toccato a gennaio (1.151 dollari), quando il dollaro americano era molto forte.
Come detto, molti operatori di mercato si aspettavano che i prezzi sarebbero aumentati più di quanto successo. L’oro, di solito, rispecchia una mancanza di fiducia da parte del mercato ma, questa volta, gli investitori si sono mostrati molto fiduciosi sulle sorti dell’economia globale.
Un atteggiamento che ha colpito molte società del settore, deprimendo le quotazioni dei titoli azionari oltre quanto sarebbe stato logico attendersi. Al punto che le azioni di molte aziende sono più a buon mercato rispetto all’oro, che si poggia sugli stessi fondamentali. Inoltre, i titoli azionari del settore non sono stati aiutati dal fatto che le cryptocurrencies hanno assunto un ruolo centrale nel corso di tutto l’anno.
Il dibattito tra oro e cripto-valute è stato una tendenza chiave, con il bitcoin che ha sovra-performato il metallo giallo. Tuttavia, la maggior parte degli operatori di settore, concordano sul fatto che le due attività non sono in concorrenza e non sono nemmeno comparabili.
L’oro nel 2018
Nel lungo termine, secondo Jefferson Financial, un aumento del prezzo dell’oro è inevitabile. Con un debito degli Stati Uniti a più di 20 bilioni di dollari, se le cose andranno come nel passato, quando Donald Trump terminerà il suo mandato la cifra arriverà a 40 bilioni di dollari. Un livello troppo grande per poterlo gestire con aumenti delle tasse e tagli della spesa. E il 2018 potrebbe essere l’anno in cui gli investitori si renderanno conto che la bomba del debito sta per esplodere.
Un altro fattore chiave per il nuovo anno sarà, come al solito, la politica monetaria della FED. La banca centrale americana ha deciso a metà dicembre di alzare i tassi di interesse per la terza volta nel 2017 e gli osservatori di mercato si aspettano almeno altri tre aumenti dei tassi nel corso del 2018.
Naturalmente, l’andamento del biglietto verde sarà cruciale per le performance dell’oro, infatti, come noto, un dollaro debole rende i prezzi delle materie prime più convenienti per chi utilizza altre valute. A riguardo, il World Gold Council crede che l’epoca del dollaro forte, iniziata nel 2001, sia giunta al termine con il 2017.
Parlando invece della cosa che più interessa agli investitori, e cioè le previsioni di prezzo per il nuovo anno, FocusEconomics stima un prezzo medio dell’oro per il 2018 a 1.268 dollari, ottenuto da una serie di previsioni da parte degli operatori di mercato, la più rialzista delle quali è di 1.322 dollari (CPM Group) e la più ribassista di 1.170 dollari (Itau BBA).
Per Junior Stock Review, i prezzi rimarranno sopra i 1.300 dollari per tutto l’anno.
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