Oro ai massimi dal 2013 per la morte di Soleimani e la ritorsione dell’Iran

Continuavano le ricadute per la morte del generale iraniano Qassem Soleimani. La rappresaglia missilistica iraniana fa volare l’oro.

Il prezzo dell’oro ha toccato il suo livello più alto dal 2013, mentre continuano le ricadute per morte di Qassem Soleimani.

Dopo l’attacco missilistico iraniano contro almeno due basi in Iraq che ospitano militari statunitensi, l’oro spot è salito alle stelle, raggiungendo i massimi da inizio 2013. Il metallo giallo ha toccato 1.610 dollari per oncia, prima di correggere lievemente poco sotto i 1.600 dollari.

Da 1.300 a 1.600 dollari in un anno

L’attacco aereo americano che ha ucciso Qassem Soleimani, leader della Quds Force, un’unità della Guardia Rivoluzionaria Iraniana, ha innescato la rappresaglia missilistica iraniana. Il Pentagono ha descritto l’attacco aereo contro il generale iraniano come un’azione difensiva necessaria per proteggere gli americani in Iraq.

L’oro ha iniziato il nuovo anno a poco più di 1.500 dollari per oncia, ma l’azione inaspettata da parte degli Stati Uniti ha immediatamente fatto salire vertiginosamente il metallo prezioso. Se poi si pensa che lo scorso anno, in questo periodo, il metallo giallo valeva 1.300 dollari, si comprende meglio l’entità della crescita, spinta anche dalla guerra commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina.

Il rally non è ancora finito

Gli osservatori del mercato concordano sul fatto che le continue tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran potrebbero portare l’oro ancora più in alto di quanto non sia ora. Goldman Sachs ha previsto per i prossimi tre, sei e dodici mesi un prezzo di 1.600 dollari.

Tuttavia, gli esperti consigliano gli investitori di non fare affidamento sulle questioni tra Stati Uniti e Iran come driver del metallo a lungo termine. In altre parole, meglio non comprare solo per motivi geopolitici, che sono in genere temporanei. Al contrario, il dollaro che si indebolisce e i rendimenti reali in calo sono validi motivi per acquistare oro.

Infine, non c’è stato solo il metallo giallo a guadagnare in questi frangenti. Anche l’argento ha raggiunto i 18,60 dollari per oncia, il platino i 986 dollari e il palladio addirittura i 2.008 dollari (8 gennaio).

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