Oro, la nuova moda della finanza

Per i prezzi dell’oro, una prima parte dell’anno come questa non si vedeva da almeno 30 anni. Certe mode non vanno mai in pensione…

Un dollaro sempre più debole e le politiche monetarie della Federal Reserve americana (FED) hanno dato la carica ai prezzi dell’oro che sono riusciti a toccare i 1.300 dollari per oncia.

La FED aveva lasciato intendere che avrebbe alzato i tassi d’interesse per quattro volte nel 2016, ma a inizio anno ha cambiato idea e le previsioni sono per soli due rialzi, uno forse nel mese di giugno.

Qualcuno ricorderà che l’anno scorso la moda del metallo giallo sembrava ormai dimenticata e le quotazioni avevano continuato nel loro declino dal 2011, l’anno del picco massimo. Ma il 2016 ha riavvicinato gli investitori all’oro, così come ad altri metalli, e i prezzi hanno guadagnato quasi il 20%.

In un sondaggio condotto dalla Reuters su trenta analisti di banche e di società di trading, è emerso un prezzo medio di 1.209 dollari all’oncia, con 1.250 dollari nell’ultimo trimestre e 1.300 dollari il prossimo anno. Previsioni in netta crescita rispetto a quelle formulate soltanto qualche mese fa che davano i prezzi dell’oro a 1.118 dollari.

La nuova moda dell’oro non è alimentata come in passato dalla domanda fisica di metallo

Tuttavia, vale la pena notare che la nuova moda dell’oro non è alimentata come in passato dalla domanda fisica di metallo, in particolare dai più grandi paesi consumatori (India e Cina).

Nei primi tre mesi del 2016, la richiesta di oro fisico da parte dei consumatori è scesa del 24%, con i consumatori indiani e cinesi che hanno comprato meno gioielli. Un fattore che, secondo qualcuno, è una mina per i prezzi dell’oro, sostenuti come sono soprattutto dal mercato finanziario.

Perciò molti analisti ritengono che non ci siano molti altri spazi di crescita e che i prezzi abbiano già raggiunto il picco di quest’anno.

Senza una significativa crescita della domanda fisica di metallo sarà ben difficile che il mercato possa fare meglio e, al contrario, cresce il rischio di brusche frenate quando speculatori e trade-funds saranno soddisfatti dei profitti raggiunti.

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