Oro, argento, rame, petrolio: giù di almeno il 13% nei prossimi mesi

Dalle analisi grafiche di Credit Suisse emerge un quadro decisamente ribassista per molte materie prime nei prossimi mesi.

Per i prezzi delle materie prime in generale, i prossimi mesi non saranno per nulla facili. Secondo Credit Suisse, oro, argento, rame, petrolio e altre commodities sarebbero tutti sopravvalutati in termini tecnici e i loro prezzi potrebbero scendere di una percentuale compresa tra il 13 e il 30 percento.

Gli esperti della nota banca svizzera si sono avvalsi dell’analisi tecnica per studiare i grafici di quattro materie prime cardine per gli investitori, su un orizzonte temporale da tre a sei mesi. La conclusione suggerita dai grafici è di stare lontani dall’investire in materie prime per qualche mese.

Petrolio: -28.9 percento?

Prendiamo il caso del petrolio che potrebbe trovarsi ad affrontare un potenziale significativo declino nei prossimi mesi. Il Brent potrebbe scendere fino a 63 dollari al barile, un calo del 28,9% rispetto al livello attuale di circa 88 dollari. Un simile scenario vorrebbe dire una perdita del 61,8% dei suoi guadagni tra il 2020 e il 2022.

Argento: -17 percento?

L’argento è pronto per un potenziale calo del 17%. Sempre secondo le analisi grafiche di Credit Suisse, il mancato superamento della resistenza a 21,39 dollari l’oncia, condannerà il metallo prezioso a scendere fino al supporto di 15,56 dollari l’oncia (attualmente, l’argento quota circa 18,70 dollari).

Rame: – 15,5 percento?

Per quanto riguarda il rame, che attualmente vale intorno ai 7.400 dollari per tonnellata, il trend al ribasso è qualcosa di ben definito. Non appena i prezzi romperanno il pavimento dei 6.844 dollari, precipiteranno verso i 6.300 dollari per tonnellata o anche sotto.

Oro: -13,7 percento?

Il metallo giallo ha mostrato un importante doppio massimo che, per gli analisti tecnici, non è certo un buon segnale. Le quotazioni dell’oro potrebbero infatti scendere fino a 1.440 dollari all’oncia, che significherebbe un calo del 13,7% rispetto ai circa 1.670 dollari di questi giorni.

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