I prezzi dell’oro sono rimasti abbastanza costanti nel corso dell’ultima settimana, oscillando tra i 1.070 e i 1.080 dollari per oncia.
Il dollaro si è leggermente indebolito rispetto all’euro e ciò ha aiutato le sorti del metallo giallo durante gli ultimi giorni.
Tuttavia le aspettative che la Federal Reserve americana (FED) alzerà i tassi di interesse durante la riunione di questa settimana, pesano come un macigno sulle sorti dell’oro. La FED non ha alzato i tassi in quasi un decennio ed è opinione diffusa che l’aumento farà assai male al metallo giallo, almeno nella fase iniziale.
Secondo Commerzbank, un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti scatenerà una serie di valutazioni da parte degli operatori dei mercati finanziari, ma la reazione iniziale per l’oro sarà quella di un ribasso.
Qualcuno crede che i prezzi dell’oro arriveranno alla soglia fatidica dei 1.000 dollari per oncia. Una ipotesi non troppo improbabile, considerando il sentimento negativo e la scarsa affezione che i mercati occidentali stanno mostrando nei confronti degli investimenti in metalli preziosi.
C’è chi spera che l’incombenza del Capodanno cinese e la domanda di oro in Cina possa fornire un sostegno al di sopra dei 1.000 dollari, anche se ciò non potrà avvenire prima di gennaio. Inoltre, la domanda di lingotti proveniente da Germania, India e Cina, tradizionalmente forte, potrebbe aiutare le quotazioni del metallo giallo in considerazione del fatto che qualcuno ritiene una buona opportunità l’acquisto di oro nelle vicinanze dei 1.000 dollari.
Anche gli altri metalli preziosi continuano a navigare in acque sempre più basse: l’argento è ormai sotto i 14 dollari, il platino è sotto gli 840 dollari e il palladio sotto i 550 dollari.
I mercati hanno insegnato che le sorprese sono sempre dietro l’angolo e perciò gli investitori faranno bene a non staccare gli occhi dalla riunione della FED prevista per il 15 e il 16 dicembre.