Nuove regole per il fixing dell’oro

Dal 20 marzo sono operative le nuove regole e un nuovo sistema elettronico per la fissazione dei prezzi dell’oro. Saranno sufficienti a ripristinare la fiducia degli investitori sui meccanismi che determinano i prezzi internazionali del metallo giallo?

Quando, lo scorso anno, il fixing dell’argento di Londra ha cessato di operare dopo oltre un secolo (“Il fixing dell’argento è finito. Cosa c’è dietro?“), molti operatori di mercato si chiedevano se la stessa sorte sarebbe toccata anche alla fissazione dei prezzi dell’oro.

Infatti così è stato. Il London Bullion Market Association (LBMA) ha deciso, lo scorso novembre, di incaricare l’ICE Benchmark Administration per la fissazione dei prezzi del metallo giallo, a partire dal primo trimestre del 2015 con l’attivazione di un nuovo sistema elettronico.

Il 20 marzo è stato il primo giorno di fixing targato ICE (Intercontinental Exchange Inc), nel quale sono coinvolti 6 istituti bancari: Barclays, HSBC, Bank of Nova Scotia, Societe Generale, UBS e Goldman Sachs.

Anche il fixing dell’oro di Londra, come quello dell’argento, aveva una storia antica, risalente per l’esattezza al 1919. Da allora il meccanismo funzionava tramite conferenze telefoniche, durante le quali le banche partecipanti fissavano il prezzo dell’oro. Ogni giorno veniva proposto un prezzo e le banche, parlando al telefono con i propri clienti, dichiaravano se erano interessate o meno alla vendita o all’acquisto. Se la maggior parte di loro era venditrice, il prezzo si abbassava, al contrario si alzava.

Qualcuno teme che le banche cinesi finiranno per ottenere il controllo dei prezzi dell’oro

Un meccanismo fortemente criticato, in gran parte per la sua scarsa trasparenza e per il rischio di facili manomissioni (“Manipolazioni sul mercato dell’oro di Londra“). Tanto è vero che, lo scorso anno, la Barclays è stata multata per 44 milioni di dollari per la manipolazioni del prezzo dell’oro a carico di un suo trader.

Tuttavia, dal 20 marzo, si dovrebbe voltare pagina: l’ICE fornirà la piattaforma d’asta, la metodologia e la gestione indipendente per la fissazione dei prezzi dell’oro.

Un sistema abbastanza simile a quello che è stato creato per fissare il prezzo dell’argento, in sostituzione del vecchio fixing. In tal caso, CME Group fornisce la piattaforma d’asta, mentre Thomson Reuters è responsabile della gestione e della governance.

Secondo il Financial Times, il meccanismo sarà lo stesso del vecchio fixing ma, anzichè esserci conferenze telefoniche tra banche, le offerte saranno anonime e pubblicate online, con la visibilità dei prezzi della domanda e dell’offerta fino al momento del loro abbinamento con la vendita e  con l’acquisto.

Inoltre, un gruppo di membri interni ed esterni presiederà l’intero processo, con la supervisione di un comitato di sorveglianza all’interno del quale sarà presente l’LBMA e alcuni rappresentanti del settore minerario.

Finalmente tutto bene per questo meccanismo così importante per tutto il mercato globale dei metalli preziosi?

Tra gli operatori del settore serpeggiano due correnti di pensiero a tal riguardo. Alcuni ritengono che l’LBMA, insieme alle 6 banche coinvolte, riuscirà a mantenere saldamente il controllo del nuovo meccanismo di determinazione dei prezzi, altri sono del parere che le banche cinesi finiranno per ottenere il controllo dei prezzi dell’oro.

Dubbi e timori che soltanto il tempo potrà dirimere.

Per il momento, a tutti gli investitori in oro non resta che tenere gli occhi bene puntati sulle nuove regole che, d’ora in avanti, fisseranno i prezzi dell’oro.

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