Lunedì Nero cinese: conseguenze per il mercato dei metalli

Il crollo dei mercati azionari cinesi, che hanno trascinato verso il basso i listini di tutto il mondo, hanno avuto pesanti conseguenze anche per metalli e materie prime, il cui futuro sembra più incerto che mai.

Lunedì mattina è stata una brutta giornata per i mercati finanziari di tutto il mondo, con il crollo del mercato azionario in Cina che ha portato un calo globale dei titoli azionari.

Lo Shanghai Composite Index è sceso del 8,5%, mentre lo S&P 500 è sceso del 3,94% e il Dow Jones Industrial Average del 3,94%.

Nel frattempo, i prezzi delle materie prime hanno seguito, meno drammaticamente, la stessa sorte. L’oro ha concluso la giornata in calo dello 0,53% e l’argento ha visto perdite ancora più grandi, scendendo del 3,4%. Anche il rame ha lasciato sul terreno più dell’1%.

Non sorprende che i principali titoli minerari abbiano sofferto lo choc azionario: Glencore, BHP Billiton e ExxonMobil sono scese rispettivamente del 13.02%, del 6.34% e del 4.74%.

I rendimenti obbligazionari rimarranno su livelli storicamente bassi e la deflazione diventerà la forza economica dominante

Tuttavia, alcune aziende del settore minerario, sono riuscite a distinguersi in mezzo al caos e hanno messo a segno dei guadagni. Un segno distintivo in un momento così difficile che, quasi certamente, attirerà l’attenzione degli investitori su questi titoli.

Il collasso generalizzato del Lunedì Nero è stato guidato da più fattori, come il  rallentamento dell’economia globale e il rally del mercato cinese degli ultimi anni alimentato dalla liquidità della banca centrale, che però sta perdendo la sua potenza. L’onnipotenza dei funzionari cinesi che hanno orchestrato una crescita a tempo indeterminato, più o meno reale, è arrivata alla fine.

Probabilmente, senza prove concrete di una crescita organica, i rendimenti obbligazionari rimarranno su livelli storicamente bassi per il prossimo futuro e la deflazione diventerà la forza economica dominante.

Purtroppo, quello che sta succedendo non è una buona notizia per i metalli e per le materie prime in genere. In questo momento, le materie prime potrebbero non essere più dei luoghi sicuri per gli investitori.

Per alcuni analisti, le materie prime si trovano di fronte a problemi di natura strutturale piuttosto che congiunturale e questo dovrebbe presentare alcune opportunità di nuovi cambiamenti societari, fusioni e acquisizioni.

Adesso, gli occhi e le speranze di tutti gli investitori del mondo sono puntati verso la decisione della Federal Reserve americana (FED) per quanto riguarda i tassi di interesse.

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