L’oro e il Giappone

Gli investitori giapponesi stanno rivestendo un ruolo determinante nella discesa delle quotazioni dell’oro. Le politiche monetarie della Banca Giapponese hanno l’effetto di rinforzare sia il dollaro che l’euro, con conseguenze negative per il metallo giallo.

I prezzi dell’oro continuano ad essere sotto pressione, anche dopo il crollo registrato all’inizio di aprile.

La forza del dollaro e la svalutazione dello yen da parte della Banca del Giappone, hanno contribuito a creare un sentimento ribassista in tutta la comunità degli investitori. Anche dai dati resi noti dalla Commodity Futures Trading Commission, gli hedge funds stanno incrementando i contratti di vendita, al contrario di quanto stanno facendo sui contratti di acquisto.

La politica di rafforzamento del dollaro americano ha duramente colpito i rialzisti sull’oro, ma la notizia peggiore è che questa situazione è destinata a durare nel medio-termine. Le condizioni economiche degli Stati Uniti sono nettamente migliori rispetto ai principali paesi industriali mondiali, tra i quali vi sono la maggior parte dei paesi dell’Europa ed il Giappone.

Il Giappone, la terza potenza economica mondiale, ha registrato una crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) del primo trimestre, molto maggiore di quanto atteso. L’economia è cresciuta del 3,5% su base annua, molto di più di quanto atteso dagli economisti (2,7%). Dal trimestre precedente, la crescita è stata sorprendentemente dello 0,9%. Una crescita accompagnata da un’inflazione in discesa. Infatti i prezzi sono scesi del 1,2% su base annua, registrando il più alto livello di deflazione dalla fine del 2011.

Secondo molti osservatori, queste condizioni spingeranno la Banca del Giappone ad aumentare ulteriormente lo stimolo dell’economia, continuando quella guerra valutaria che vede come unica moneta destinata a soccombere proprio l’euro. Infatti la ricetta tedesca di non svalutare l’euro comporta un grosso svantaggio per le esportazioni di tutti i paesi dell’Unione Europea, al contrario di quanto avviene per quei paesi, come il Giappone, che stanno svalutando la propria moneta attraverso la monetizzazione del debito (stampando moneta).

Ma i giapponesi sembrano essere anche i principali motori del dollaro americano. Gli investitori giapponesi stanno vendendo yen per comprare titoli esteri, infatti i bassi livelli dei tassi di interesse giapponesi a 10 anni, non lascia altra scelta agli investitori giapponesi se non di acquistare obbligazioni e azioni estere.

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