Il dubbio che i corsi attuali dei mercati azionari siano drogati è sempre più forte, soprattutto a causa del cosiddetto fenomeno dei buybacks.
In pratica, le aziende riacquistano i propri titoli azionari per manipolare i guadagni.
In passato, il buybacks non era così diffuso come oggi. Attualmente, le aziende prendono in prestito denaro per riacquistare le proprie azioni e utilizzano questa moderna forma di alchimia finanziaria per trasformare le perdite in profitti o per far apparire risultati modesti come guadagni spettacolari. In sintesi, una strategia che potremmo chiamare con un’altra parola: un imbroglio.
Il problema riguarda soprattutto i mercati azionari americani, dal momento che quelli europei sembra non siano stati contagiati da questa tendenza. Ma, nei prossimi anni, il riacquisto di azioni europee potrebbero iniziare a prendere piede.
L’anno scorso è stato un anno abbondante in termini di acquisto di azioni proprie negli Stati Uniti, con le società americane che hanno riacquistato per circa 540 miliardi di dollari (proprio miliardi, non milioni!). E, per il 2015, le cifre sono ancora più impressionanti: 400 miliardi di dollari stanziati per il riacquisto di azioni proprie nei soli primi 6 mesi dell’anno.
Ma quali sono le ragioni che sostengono un simile fenomeno? La risposta è abbastanza semplice: avidità insaziabile. Grazie al denaro a buon mercato da prendere in prestito e ai compensi dei vertici aziendali legati all’andamento del titoli azionari, è facile immaginare perché i buybacks sono diventati così popolari.
Gli esperti stimano che oltre il 25% delle aziende dello S&P500 hanno utilizzato questa strategia per far lievitare i profitti, gonfiando indirettamente i prezzi delle azioni. Un trucco utilizzato da società grandi e piccole, Apple compresa.
Prima o poi, tutte le aziende che possono avere accesso al credito impiegheranno questa tattica. Anziché spendere tempo per migliorare il business, meglio prendere denaro in prestito e dare l’impressione che gli affari vadano a gonfie vele.
Il driver principale di tutto il meccanismo è il denaro facile e a buon mercato, che le politiche monetarie della Federal Reserve americana (FED) hanno favorito. Anche se il Quantitative Easing della FED è terminato, le aziende lo hanno reinventato.
Questo spiega anche perché i prezzi delle azioni continuano a crescere nonostante una economia che ha un tasso di crescita quasi nullo. In un economia che arranca, durante gli ultimi 5 anni i prezzi delle azioni sono raddoppiati, così come i debiti delle aziende.
Quando si utilizzano i vecchi parametri per valutare questi mercati azionari, sorprende che ci sia ancora qualcuno disposto a comprare titoli a prezzi tanto alti e con bilanci aziendali così deboli e truccati. Con debiti societari tanto alti, che soltanto un pazzo potrebbe dare fiducia ad aziende indebitate a questi livelli.
Ma si sa, la storia si ripete e, presto o tardi, la massa dei piccoli investitori si chiederà con stupore il perché del crollo improvviso e drammatico dei mercati azionari. Un film che ci sembrerà di avere già visto…