Mentre il dollaro americano continua a rimanere forte, l’oro si trova a fare i conti con il totale disinteresse degli investitori.
Il sentiment di mercato verso il metallo giallo è il peggiore che si possa immaginare. D’altronde, con tassi di interesse elevati e con le prospettive di ulteriori rialzi, i prezzi dei metalli preziosi non possono che scendere.
All’inizio di settembre, le quotazioni del metallo giallo avevano infranto i minimi e ne avevano creati di nuovi. Anche se a inizio ottobre qualcuno sperava che nuovi brevi rialzi potessero durare, i prezzi hanno poi ricominciato a scendere (oggi, 20 ottobre, l’oro vale 1.630 dollari all’oncia).
Non basta la paura della recessione per far salire i prezzi dell’oro
Molte persone si domandano perché i timori per la recessione alle porte non facciano salire i prezzi dei metalli preziosi come storicamente è avvenuto nel passato. Infatti, l’oro ha sempre funzionato, al contrario della carta moneta, come protezione contro l’inflazione.
Ma questa volta la crisi è più complessa e si sono combinati differenti fattori globali che hanno sconquassato tutto. La guerra in Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione, le interruzioni delle catene di approvvigionamento e la convinzione delle più importanti banche centrali del mondo di poter fermare l’inflazione con una imperterrita crescita dei tassi d’interesse, hanno creato la cosiddetta tempesta perfetta.
Se poi vogliamo vedere anche l’altra faccia della medaglia, non c’è dubbio che le circostanze attuali abbiano creato un’opportunità di acquisto sia per l’oro che per i titoli auriferi. Le azioni delle società aurifere sono oggi a buon mercato, con alcune aziende che vengono quotate ai valori più bassi degli ultimi 20 anni.
Pericolo stagflazione
Attenzione però ad uno scenario che, secondo gli analisti più pessimisti, potremmo trovarci ad affrontare: la stagflazione.
Le politiche della Federal Reserve americana (FED) di continuare ad alzare i tassi per contrastare l’inflazione potrebbero non raggiungere l’obbiettivo e quello che rimarrebbe sarebbe una drammatica recessione con un’inflazione ancora fuori controllo, in altre parole la stagflazione. Se così fosse, tornerebbe l’amore degli investitori per l’oro e per gli altri metalli preziosi.
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