Il platino entrerà a far parte delle riserve monetarie?

L’idea di includere anche il platino tra le riserve monetarie delle banche centrali, riaccende l’interesse degli investitori su questo metallo prezioso.

Il platino entrerà a far parte delle riserve monetarie?

Il platino potrebbe entrare a far parte delle cosiddette riserve monetarie internazionali.

Infatti, il World Platinum Investment Council (WPIC) ha recentemente dichiarato che si adopererà a tal fine, lavorando con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) per ottenere lo status di reserve asset per il platino.

Il WPIC  sta iniziando a parlare con i governi di molti paesi del mondo circa la possibilità di detenere platino tra le loro riserve.

Attualmente, il platino non è riconosciuto come riserva patrimoniale ufficiale, ma presto qualche paese potrebbe cambiare idea, convincendo definitivamente l’FMI sulla bontà di avere il metallo bianco tra le riserve statali.

Anche se platino e oro sono entrambi metalli preziosi, il loro ruolo come materie prime è assai diverso

Le riserve monetarie di uno stato sono quelle attività attività prontamente disponibili in caso di necessità e strettamente sotto il controllo dalle autorità monetarie. Possono servire per soddisfare le esigenze di finanziamento della bilancia dei pagamenti, oppure per un intervento sui mercati valutari a sostegno del tasso di cambio nazionale. Attualmente, le riserve monetarie sono costituite da oro e da valute straniere, come per esempio il dollaro americano.

Ma il tentativo di introdurre il platino come riserva monetaria, secondo gli esperti del settore, potrebbe incontrare parecchie difficoltà.

Infatti, anche se platino e oro sono entrambi metalli preziosi, il loro ruolo come materie prime è assai diverso. Mentre l’oro è un metallo da investimento, utilizzato anche nel settore della gioielleria, il platino è principalmente un metallo industriale, impiegato soprattutto nel settore automobilistico in quanto il principale utilizzatore di dispositivi catalitici.

L’oro è molto più liquido del platino e, per le banche centrali che hanno bisogno di comprare e vendere beni sulla base di decisioni politiche, questa è una differenza importante. Se una banca decidesse all’improvviso di vendere grosse quantità di platino, poichè il mercato del platino è molto più piccolo del mercato dell’oro, i prezzi subirebbero un contraccolpo enorme, cosa non molto attraente per delle istituzioni che cercano fondamentalmente la stabilità.

Anche se la strada per far diventare il platino una possibile riserva monetaria è lunga e difficoltosa, il WPIC l’ha coraggiosamente intrapresa e, senza alcun dubbio, continuerà a focalizzare l’attenzione di tutti gli investitori in platino per i prossimi anni.

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