Quando si parla di potassa si parla anche di fertilizzanti e quindi di un’agricoltura che sia in grado di soddisfare la crescente domanda di cibo per sfamare tutti gli abitanti della Terra.
L’argomento, nonostante la sua importanza attuale e prospettica, non rientra tra gli interessi della maggior parte delle persone, che crede sia una cosa marginale e riguardante soltanto gli agricoltori e i chimici del settore.
In realtà, lo sviluppo e la disponibilità di fertilizzanti potrebbe toccare direttamente le prossime generazioni nella cosa più importante per la loro vita: la disponibilità di cibo.
In quest’ottica, capire quali sono i paesi che detengono la maggior produzione di potassa, fertilizzante a base di potassio, diventa assai interessante.
La US Geological Survey, ha stilato la graduatoria basata sui dati del 2013, dei 10 più grandi paesi produttori di potassa:
- Russia (produzione mineraria: 15,3 milioni di tonnellate)
- Canada (produzione mineraria: 10,5 milioni di tonnellate)
- Bielorussia (produzione mineraria: 4,9 milioni di tonnellate)
- Cina (produzione mineraria: 4,3 milioni di tonnellate)
- Germania (produzione mineraria: 3 milioni di tonnellate)
- Israele (produzione mineraria: 2 milioni di tonnellate)
- Giordania (produzione mineraria: 1,2 milioni di tonnellate)
- Cile (produzione mineraria: 1,1 milioni di tonellate)
- Stati Uniti (produzione mineraria: 970.000 tonnellate)
- Regno Unito (produzione mineraria: 436.000 tonnellate)
La leadership della classifica è saldamente nelle mani della Russia, sede della più grande azienda del mondo per la produzione di potassa: la Uralkali.
Recentemente, il presidente della società, Sergey Chemezov, è stato colpito dalle sanzioni da parte del governo degli Stati Uniti in relazione alla crisi in corso in Ucraina. Chemezov è uno stretto collaboratore del presidente russo Vladimir Putin e riveste anche la posizione di amministratore delegato nella società statale Rostec, importante produttrice di armi.