I diamanti colorati

I due diamanti più famosi del mondo sono uno blu e l’altro rosso. Ma come si formano i diamanti colorati? Sono un buon investimento rispetto ai diamanti incolore tradizionali?

La maggior parte dei diamanti sono incolore o tendono leggermente al giallo. Ma quelli più famosi del mondo, come il diamante blu Hope e il diamante rosso Moussaieff, sono colorati.

Quelli colorati rappresentano solo il 2% di tutti i diamanti e le loro quotazioni sono maggiori rispetto a tutti gli altri. Teoricamente, queste pietre preziose possono assumere qualsiasi colore, come per esempio giallo, marrone, rosa, grigio, arancione, nero, rosso, blu e verde.

Il processo di formazione di un diamante colorato o di uno incolore, è il medesimo: la cristallizzazione di molecole di carbonio ad alta pressione. Quando durante questo processo rimangono intrappolati oligoelementi (elementi presenti in bassissima concentrazione), il diamante diventa colorato.

Diamanti colorati gialli e colorati verdi

Per esempio, quelli gialli si formano per la presenza di azoto. Per questo motivo, i diamanti di uno stesso colore vengono ritrovati insieme. Infatti, se il terreno è ricco di un particolare elemento, questo prenderà parte al processo di formazione del diamante.

Alcuni diamanti, come quelli verdi, sono il risultato di una irradiazione naturale, mentre altri, come quelli rossi, rosa e marroni, sono causati da una pressione più elevata durante il processo di formazione.

La maggior parte di queste pietre preziose sono incolori o con una leggera tinta gialla. Questi diamanti sono classificati come di tipo I e sono suddivisi in: tipi IaAB, IaA, IaB and Ib.

I diamanti colorati, che non contengono azoto, sono classificati come di tipo II e sono suddivisi in: tipo IIa e IIb. Quelli di tipo IIa possono essere incolori, marrone o rosa e, essendo quasi interamente di carbonio, sono quelli più puri. Quelli di tipo IIb contengono boro, ma per il resto sono fatti interamente di carbonio. Queste pietre sono di colore blu.

Quasi tutti i laboratori del mondo per la lavorazione di pietre preziose, utilizzano la scala del Gem Institute of America (GIA) per valutare il colore di un diamante.

Anche se questo settore è penalizzato da una domanda debole e da margini assai ristretti, dal punto di vista di un investitore, le prospettive a lungo termine sembrano essere positive, soprattutto per i diamanti colorati. Secondo Leibish Polnauer, fondatore della Leibish & Co., il valore dei diamanti colorati è aumentato molto di più di altri investimenti. Quelli gialli da 5 carati, per esempio, hanno incrementato il loro valore del 180% dal 2001 al 2011.

Un settore in crisi per i margini troppo ristretti

L’estrazione di diamanti colorati è da anni in contrazione e sempre più operatori stanno abbandonando questo settore per i margini troppo ristretti. La maggior parte viene estratta in tre paesi del mondo: Australia, Russia e Sud Africa.

Rio Tinto è considerato il principale fornitore mondiale di diamanti colorati naturali. La sua miniera di Argyle, in Australia, è la più grande fonte mondiale di questo tipo di pietre, soprattutto di diamanti champagne, cognac e rosa, molto richiesti dagli acquirenti.

Anche se non esiste nulla di certo, tutti i fattori in gioco e le previsioni di molti esperti sembrano indicare che questo sia un momento privilegiato per quegli investitori interessati all’acquisto di diamanti colorati.

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