Energia nucleare sicura e abbondante dal torio

Il torio, un metallo leggermente radioattivo che si trova nelle rocce e nel terreno, potrebbe diventare il sostituto dell’uranio nel settore dell’energia nucleare.

I sostenitori del nucleare hanno trovato il loro paladino dell’energia pulita: il torio.

Il consumo di energia nucleare nel mondo è in aumento, mentre il futuro degli approvvigionamenti di uranio rimane abbastanza incerto. In questo contesto, il torio potrebbe essere un’alternativa all’uranio per fornire energia nucleare sicura e abbondante, ad un costo ragionevole.

Ma cosa è il torio e quale ruolo potrà svolgere nel futuro energetico globale?

È un metallo leggermente radioattivo, presente nelle rocce e nel terreno. In natura è più abbondante dell’uranio ed è fertile, anziché fissile. Nelle applicazioni nucleari, può essere utilizzato in combinazione con un materiale fissile, come per esempio il plutonio riciclato.

Il torio potrebbe essere un’alternativa all’uranio per fornire energia nucleare sicura e abbondante, ad un costo ragionevole

Allo stato attuale, l’uso del torio come fonte primaria di energia non è ancora a portata di mano. Infatti, l’estrazione economica di energia latente dal metallo, è un processo ancora molto complicata. Ciò significa che, prima che il settore dell’energia possa contare sul torio, rimane ancora molta ricerca da fare per poter perfezionare questa tecnologia.

Qualcuno ha provato ad utilizzarlo, come la società Thor Energy che, nel 2013, ha iniziato a produrre energia al suo reattore sperimentale di Halden, in Norvegia. L’esperimento è finanziato da un consorzio di cui fanno parte Westinghouse e Toshiba.

Oltre alla Thor Energy ci sono altre aziende impegnate nella ricerca su come sfruttare il torio, negli Stati Uniti, in Australia e nella Repubblica Ceca. Anche l’India è interessata da anni a questo combustibile e ha progettato un reattore ad acqua pesante specificamente rivolto all’utilizzo di torio. Naturalmente, non poteva mancare la Cina, perennemente affamata di energia, che sta studiando la fattibilità tecnica e commerciale di usare su vasta scala la centrale di Candu, un reattore ad acqua pesante che utilizza combustibili al torio. Completa la lista dei paesi molto interessati a questo metallo l’Indonesia, che vorrebbe sviluppare una centrale nucleare approfittando dell’abbondanza di materiale che potrebbe ricavare dai depositi di Bangka Belitung, grazie ai quali si stimano costi di produzione dell’energia di soli tre centesimi per kilowatt ora.

Interessante capire le proprietà del torio che, a differenza dell’uranio, non necessita di una divisione nucleare per effettuare una reazione a catena. Come accennato in precedenza, in termini scientifici, non è fissile. Tuttavia, se viene bombardato da neutroni di un combustibile fissile, come per esempio l’uranio-235 o il plutonio-239, si converte in uranio-233. Dopo l’avvio, il processo è autosufficiente. In parole semplice, i sistemi al torio sono costituiti da carburante eterogeneo fissile (e quindi ad alta potenza) e carburante fertile (a bassa o nulla potenza), contenuti in aree fisicamente separate tra loro. Ma poiché torio non è fissile da solo, le reazioni possono essere fermate in caso di emergenza

Naturalmente, ci sono aspetti e dettagli molto più complessi di quelli esposti, ma i meccanismi descritti dovrebbero servire dare una prima idea del funzionamento dei reattori al torio.

È un’alternativa interessante all’uranio in quanto è più economico e più abbondante. Inoltre, durante una reazione nucleare al torio, la maggior parte del metallo viene consumata e quindi produce meno scorie, la maggior parte delle quali diventano non pericolose nell’arco di soli 30 anni. Si consideri che per i residui nucleari più pericolosi, sono necessari 10.000 anni.

Infine, non per importanza, è quasi impossibile usare il torio per scopi militari, in quanto non contiene isotopi fissili. Cosa che, secondo alcuni scienziati, ha rallentato molto la ricerca e gli investimenti a riguardo.

Il torio è presente in piccole quantità in terreni e rocce in tutto il mondo, ed è stimato in circa quattro volte più abbondante dell’uranio. Le più grandi riserve si trovano in Cina, Australia, Stati Uniti, Turchia, India e Norvegia. Ma anche in Italia (Lazio settentrionale, Mont Mort, Umbria e Abruzzo) è presente, anche se non è nota l’entità delle riserve.

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