Il COVID-19 infetta anche i fatturati di Apple. L’oro vola sopra 1.600 dollari

L’oro supera la soglia dei 1.600 dollari, spinto dall’epidemia di COVID-19 che sta influendo negativamente su tutta l’economia globale.

L’oro ha superato i 1.600 dollari l’oncia dopo la notizia che la Apple non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi di fatturato per colpa del COVID-19.

L’epidemia del nuovo coronavirus sta diventando globale e il gigante tecnologico di Cupertino è una delle prime aziende a segnalare una riduzione trimestrale del fatturato conseguente.

Dopo Apple, ci saranno altri cali di fatturato?

Adesso, la preoccupazione che altre grandi aziende avranno lo stesso problema di Apple, ha spinto immediatamente le quotazioni dell’oro al massimo di due settimane. In un contesto del genere i beni rifugio diventano più allettanti.

Apple non riuscirà a fatturare durante il primo trimestre di quest’anno quanto aveva previsto per la diminuzione della domanda cinese. Tuttavia, al di fuori della Cina, la domanda dei clienti è stata forte e in linea con le aspettative.

I mercati azionari si sono indeboliti a seguito dell’annuncio di Apple, dando prova che il COVID-19 non è qualcosa che riguarda solo la Cina. Ha un impatto globale sulle catene di approvvigionamento e sulle spedizioni, con un conseguente impatto negativo sulle aspettative di crescita economica.

D’altronde la Cina è uno dei maggiori consumatori e produttori di beni internazionali. Motivo per il quale si prevede che un numero maggiore di aziende segnalerà un calo delle vendite e dei ricavi a causa delle prolungate festività del capodanno lunare cinese provocate dall’epidemia di COVID-19, che, finora, ha infettato più di 51.000 persone e provocato la morte di 1.688 persone.

Il mercato cerca beni rifugio

Per quanto riguarda l’oro, il suo rally è continuato insieme con il forte rialzo del dollaro americano. Il dollaro e l’oro sono storicamente correlati negativamente ma, in questo momento, anche se il dollaro cresce, anche l’oro lo segue. Questo significa che la domanda di metallo giallo supera l’impatto valutario negativo.

Anche l’argento ha beneficiato del vento favorevole ai beni rifugio. Infatti, ha superato i 18 dollari all’oncia, un livello che non si vedeva dalla fine di gennaio. Il rapporto argento/oro, l’indice di quanto argento serve per acquistare un’oncia d’oro, è diminuito al suo punto più basso dalla fine di gennaio, attestandosi a 88,3.

Attualmente (20 febbraio), i prezzi dell’oro hanno raggiunto 1624,9 dollari mentre quelli dell’argento 18,54 dollari.

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