Siamo rimasti tutti delusi dai prezzi del rame nel corso di quest’anno, anche perché le aspettative erano ben diverse. Purtroppo, ci si è messa in mezzo la guerra commerciale americana, rendendo il 2018 un anno pessimo per il metallo rosso.
Ma, per un anno che finisce, un altro comincia e, in questo periodo, l’attenzione degli investitori e degli operatori del settore è rivolta a cosa accadrà nel 2019.
Ecco cosa è successo nel 2018
Per il 2018, gli analisti, peccando forse di eccessivo ottimismo, credevano che i prezzi del rame avrebbero seguito l’espansione della domanda cinese. E, per i primi mesi dell’anno, le cose non sono andate male, visto che a giugno il metallo aveva raggiunto 7.261,50 dollari a tonnellata (massimo dell’anno). Ma, subito dopo, è arrivata la guerra commerciale…
Tra metà giugno e fine luglio, non appena gli investitori hanno capito che la guerra commerciale era reale, i prezzi sono crollati. Il 4 settembre le quotazioni toccano il minimo annuale: 5.822 dollari.
Inoltre, la crescita della domanda in Cina non è stata robusta come sperato. Così come i problemi di fornitura, meno critici di quanto si pensasse.
A metà dicembre, il rame era ben oltre i 6.000 dollari, al di sopra del livello più basso, ma ancora quasi il 15% in meno rispetto all’inizio dell’anno.
Previsioni per il 2019
Per il nuovo anno ci sono segnali preoccupanti circa la domanda globale. Sembra che l’economia globale stia rallentando e, di conseguenza, la domanda di metallo. Il responsabile principale è la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, che potrebbe avere gravi ripercussioni sulla crescita globale.
In termini di offerta, ci sono molti dubbi su come le modifiche ai limiti delle emissioni per le fonderie cinesi avranno un impatto sulla produzione.
Tuttavia, nonostante i prezzi depressi, sul mercato incombe un deficit di rame che, nel medio e nel lungo termine, potrebbe far crescere le quotazioni. Mentre le miniere esistenti fanno il loro corso ed esauriscono le riserve, non ci sono molti nuovi progetti che possano sostituire la produzione che viene persa.
Secondo Wood Mackenzie, i prezzi del rame su base media annua tenderanno al rialzo, dal momento che la crescita della domanda supererà quella dell’offerta. Tuttavia, l’entità del rialzo potrebbe ancora essere limitata dall’incertezza sulla salute dell’economia globale.
In genere, gli analisti prevedono che, pur con ancora molta volatilità nei primi mesi del 2019, i prezzi si sposteranno verso l’alto. Anche grazie a buoni fondamentali, come le scorte al London Metal Exchange (LME) diminuite, ad oggi, del 30% mese su mese. A metà dicembre, le scorte di rame si attestavano a 122.000 tonnellate, il loro punto più basso nel 2018 e ben al di sotto di un massimo di quasi 400.000 tonnellate, registrato a fine maggio.
Infine, per Cormark Securities, nel 2019, i prezzi del rame raggiungeranno i 6.600 dollari per tonnellata (oggi, 17 dicembre, sono a 6.100 dollari).
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