Come e perché il rottame ferroso è diventato materiale strategico

La domanda di rottami ferrosi è in forte crescita a causa dello sviluppo globale dell’acciaio prodotto con forni ad arco elettrico. Un’analisi approfondita di un mercato che diventerà critico in tutti i paesi del mondo.

L’economia globale si trova in un momento difficile e i prossimi mesi potrebbero essere di recessione in molti paesi. Tuttavia, la necessità di ridurre le emissioni di gas serra rimane una priorità.

Se focalizziamo l’attenzione sulla siderurgia, questa convinzione si traduce in una crescita delle acciaierie che utilizzano forni ad arco elettrico (EAF) per produrre quello che qualcuno chiama elettro-acciaio, la cui produzione comporta 6 volte meno emissioni di CO2 rispetto a quelle tradizionali. Naturalmente, come ben sanno tutti gli operatori del settore, questo tipo di forni mangia soprattutto rottami e, quindi, la questione della sostenibilità produttiva si sposta direttamente sulla capacità di rifornire con scarti ferrosi le acciaierie.

Elettro-acciaio, un trend in crescita da anni

La tendenza allo sviluppo del settore dell’elettro-acciaio è ormai evidente da diversi anni. Secondo Worldsteel, la quota di produzione di acciaio da EAF nel mondo è aumentata dal 25% al ​​29% tra il 2015 e il 2021, mentre la produzione è aumentata di oltre 150 milioni di tonnellate. Ciò significa che la domanda di rottame è aumentata di circa 170 milioni di tonnellate, ovvero del 37% negli ultimi sei anni.

La maggior parte dei nuovi progetti di costruzione di acciaierie si basano su EAF. Inoltre, anche i progetti di riduzione diretta del ferro (DRI), la nuova tecnologia verde della siderurgia, prevedono la produzione di acciaio in forni elettrici. Di fatto, tutti gli EAF nei progetti con DRI sono forni ibridi che consentono l’uso di pellet o rottami come materie prime. In altre parole, anche i progetti DRI porteranno a un maggiore utilizzo di rottami.

Il consumo globale di rottami ferrosi nel 2021 è cresciuto del 12%

Ovviamente, con queste premesse, è facile capire perché il consumo globale di rottami ferrosi nel 2021 è aumentato del 12%, a 620 milioni di tonnellate. Un aumento davvero consistente in un settore caratterizzato dalla totale anelasticità, cioè l’offerta non è sempre in grado di assecondare la domanda anche se i prezzi volano alle stelle (non esiste infatti una fabbrica del rottame). Ciò spiega il motivo per cui lo scorso anno i prezzi del rottame ferroso sono balzati ai massimi storici.

Naturalmente, il più grande consumatore di rottame al mondo è anche il più grande produttore di acciaio. Si tratta della Cina, che lo scorso anno ha utilizzato 245 milioni di tonnellate di rottame, pari al 40% del consumo globale. Il paese sta cercando di aumentare la percentuale di EAF nella sua produzione di acciaio, tanto che la siderurgia cinese prevede di aumentare di 80 milioni di tonnellate la sua capacità di produzione di elettro-acciaio entro il 2030. La quota di produzione EAF cinese dovrebbe aumentare nei prossimi 9 anni dall’11% al 20%. Questi numeri si traducono in un consumo di rottami ferrosi in Cina che quasi raddoppierà entro il 2030.

Ma anche il mercato europeo del rottame è previsto in rapido aumento dal momento che l’Unione Europea (UE) sta cercando di cambiare la struttura della sua produzione siderurgica. Nel frattempo, gli altri paesi del mondo sono ancora lontani dall’utilizzo di EAF e ciò crea un potenziale di crescita del consumo di rottame che si esprimerà nel corso nei prossimi 5-10 anni.

Verso una carenza globale di rottami?

Le previsioni di Wood Mackenzie, società di consulenza nel settore delle materie prime, parlano chiaro. Entro il 2050, circa il 48% dell’acciaio mondiale sarà prodotto in forni elettrici, rispetto al 30% nel 2021. Solo nella UE saranno necessari 111 milioni di tonnellate di rottame nel 2030 (+28% rispetto al 2021) e 131 milioni di tonnellate entro il 2050 (i dati si basano su livelli previsti di acciaio prodotto di 182 e 183 milioni di tonnellate nel 2030 e nel 2050). L’aumento del consumo di rottame è dovuto alla quota di acciaio prodotto con EAF: nel 2030 sarà di circa il 48% e nel 2050 del 60% (dati European Steel Technology Platform).

Secondo Fastmarkets, il mercato statunitense richiederà 10,5 milioni di tonnellate di rottame all’anno entro il 2024, ovvero il 15% in più rispetto al 2021. Stiamo parlando del paese che è uno dei maggiori esportatori di rottame al mondo, con un volume di circa 18 milioni di tonnellate all’anno. Cosa accadrà se entro il 2024 gli Stati Uniti consumeranno internamente buona parte del rottame che adesso esportano?

Entro il 2025, la Cina aumenterà il proprio consumo di rottami ferrosi del 23%, mentre l’India prevede di importare ogni anno circa 30 milioni di tonnellate di materie prime siderurgiche entro il 2030, ovvero il 27% del volume odierno del mercato mondiale.

Come riporta uno studio di SteelMint, la maggior parte dei paesi si concentrerà sul consumo interno di rottami e non sarà interessata all’esportazione. I rottami metallici stanno diventando non solo la principale materia prima per la produzione di acciaio, ma anche un prodotto di importanza regionale.

Difficile prevedere l’offerta di rottami nel lungo termine

Anche se è estremamente difficile prevedere il volume dell’offerta di rottame disponibile a lungo termine, i dati attualmente a nostra disposizione fanno pensare ad una disponibilità di rottame che aumenterà da 390 milioni di tonnellate nel 2018 a 900 milioni di tonnellate nel 2050, con il maggior potenziale di crescita nei paesi asiatici.

Ecco perché il settore siderurgico si sta muovendo verso una profonda integrazione nel mercato del rottame. L’acquisto di commercianti di rottame da parte dei grandi produttori di acciaio sta diventando una tendenza.

Fermo restando le molte incertezze nel prevedere se i rottami ferrosi saranno sufficienti (o quanti ne mancheranno) nel lungo termine, è certo che non esiste più nessuna garanzia per i produttori di acciaio di potersi approvvigionare facilmente con questa risorsa. L’effetto più visibile di quanto strategico stia diventando il rottame ferroso sono gli sforzi di molti governi nel mondo per limitare le esportazioni dei propri rottami. E, con il passare degli anni, le maglie alle esportazioni saranno sempre più strette.

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