I piani energetici cinesi prevedono di dare la priorità all’energia nucleare e, di conseguenza, nel corso del 2018 verranno costruiti da sei a otto nuovi reattori nucleari, oltre alla messa in funzione di altri cinque.
L’annuncio è arrivato direttamente dalla National Energy Administration cinese (NEA). Grazie a questo piano, il paese aumenterà la propria capacità di generazione nucleare di ben 6 gigawatt. Anche grazie all’avvio di 5 nuovi reattori: il Sanmen 1 AP1000, il Haiyang 1 AP1000, il Taishan 1 EPR, il Tianwan 3 VVER-1000 e il Yangjiang 5 ACPR1000.
Sia le unità AP1000 che la EPR, sono stati progetti afflitti da lunghi ritardi ma, alla fine, diverranno operative quest’anno. La Tianwan 3 è stata collegata alla rete a dicembre dello scorso anno e sta funzionando per i test, prima di passare all’operatività completa.
Sono trascorsi più di due anni da quando la Cina ha approvato la realizzazione di nuovi reattori nucleari. Tuttavia, esistono molte preoccupazioni sul fatto che il paese potrebbe non raggiungere l’obiettivo di creare ulteriori 30 gigawatt di capacità nucleare entro il 2020. Infatti, Pechino intende aumentare la capacità nucleare installata del paese da 35,8 gigawatt a 58 gigawatt entro la fine del decennio.
Un aiuto per i prezzi dell’uranio?
Oltre a costruire più reattori, il piano della Cina prevede anche di implementare progetti di scienza e tecnologia nucleare. Ma anche costruire un sistema di condivisione per piattaforme sperimentali per la tecnologia e le attrezzature nucleari, accelerare la creazione di grandi progetti per piccoli reattori e promuovere l’utilizzo dell’energia nucleare.
Per tutto ciò, si prevede che la domanda di uranio proveniente dal paese asiatico raddoppierà dai livelli del 2015. Entro il 2022 raggiungerà oltre 11.000 tonnellate all’anno e, per il 2025, fino a 18.500 tonnellate all’anno.
Naturalmete gli operatori del mercato sperano che questa richiesta aiuterà a spingere i prezzi dell’uranio verso l’alto. Tanto più che, in questi anni, le quotazioni dell’uranio hanno continuato ad essere al di sotto delle aspettative, nonostante i recenti tagli di produzione da parte di uno dei principli produttori mondiali, la Cameco.
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