Boom del settore nucleare grazie a Trump?

Quali saranno le politiche di Trump nel settore dell’energia nucleare? Da quanto ha dichiarato dopo Fukushima, c’è da prepararsi ad una nuova era. E i prezzi dell’uranio ne risentiranno positivamente.

Con l’arrivo d Donald Trump alla Casa Bianca, i sentimentalismi potrebbero lasciare il posto a considerazioni più pratiche in tutto il settore energetico.

Visto l’enorme potenziale non ancora sfruttato nell’industria nucleare, c’è chi crede che l’intero settore ne verrà rilanciato.

Attualmente, il mercato soffre di un eccesso di offerta di uranio e i prezzi sono compressi verso il basso, più per un sentimento ribassista che per i fondamentali. Ma la presidenza Trump potrebbe cambiare le cose…

La posizione del nuovo presidente americano circa l’energia nucleare è piuttosto semplice e riassunta abbastanza bene dalle sue dichiarazioni dopo il disastro di Fukushima nel 2011 in Giappone: “Se un aereo va giù, la gente continua a volare. Se capita un incidente d’auto, la gente continua a guidare“.

“Se un aereo va giù, la gente continua a volare. Se capita un incidente d’auto, la gente continua a guidare”

Per questo, alcuni operatori del settore suggeriscono che questo è il momento giusto per investire in uranio o in aziende ad esso collegate. Prezzi bassi adesso, con un mercato che presto diventerà un toro.

Non a caso i titoli della canadese Cameco Corporation, quotata a Wall Street, sono cresciuti del 25% nel corso del mese di novembre.

Ma non c’è solo il fattore Trump che potrebbe infiammare il mercato.

I prezzi che contano sul mercato dell’uranio, sono quelli dei contratti a lungo termine, dal momento che quelli spot sono del tutto irrilevanti. Poiché molti contratti sono prossimi alla scadenza, al loro rinnovo i prezzi dell’uranio si scalderanno. I principali reattori nucleari americani ed europei vedranno scadere i propri contratti di fornitura tra il 2017 e il 2018 e la Cameco ha stimato che saranno necessari circa 225.000 tonnellate di uranio per i reattori nucleari nei prossimi dieci anni. Secondo gli analisti di Cantor Fitzgerald, ci sarà un aumento violento dei prezzi e l’80% del mercato dell’uranio potrebbe trovarsi scoperto da forniture entro il 2025.

D’altronde, negli ultimi anni, i bassi prezzi hanno soffocato tutte le nuove attività di esplorazione, cosicché non ci sarà abbastanza uranio per soddisfare la domanda futura. E, come se non bastasse, ci sono un numero incredibile di nuovi reattori nucleari in costruzione, che saranno pronti, più o meno, nel medesimo periodo.

Il risultato finale? Siamo alla vigilia del più grande deficit di uranio che il mercato abbia mai visto.

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