Banche centrali affamate d’oro: +77 tonnellate ad agosto

Le banche centrali hanno acquistato 77 tonnellate di oro nel corso del mese di agosto, aiutando il metallo prezioso a resistere all’aumento dei rendimenti obbligazionari.

La domanda di oro da parte delle banche centrali continua a sostenere il mercato dell’oro, che si trova sotto pressione per l’aumento dei rendimenti obbligazionari e di un dollaro americano troppo forte.

Il World Gold Council (WGC) ha pubblicato i dati sugli acquisti di oro delle banche centrali ad agosto, 77 tonnellate, con un aumento del 38% rispetto agli acquisti di luglio. Negli ultimi tre mesi le banche centrali hanno acquistato 219 tonnellate di oro, mentre gli analisti pensano che questo atteggiamento proseguirà anche nei prossimi mesi.

La sola Cina ha comprato 29 tonnellate ad agosto

Va però considerato che gli acquisti di metallo giallo hanno riguardato soltanto un numero ristretto di banche centrali, con la Cina che continua a dominare il mercato dopo aver acquistato 29 tonnellate di oro in agosto. Da quando ha iniziato la sua corsa agli acquisti lo scorso novembre, la Banca Popolare Cinese ha aumentato le sue riserve auree di 217 tonnellate, per un totale di 2.165 tonnellate, che rappresentano poco più del 4% delle sue riserve estere totali.

Anche la Banca Nazionale Polacca rimane un acquirente importante dal momento che ha comprato 18 tonnellate di oro nel mese di agosto. Quest’anno ha acquistato 88 tonnellate ed è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di 100 tonnellate. Secondo il WGC, le riserve auree della Polonia ammontano a 314 tonnellate, l’11% del totale delle sue riserve estere.

Un’altra banca centrale protagonista del mercato di quest’anno è quella della Turchia, che ha acquistato 15 tonnellate di oro in agosto. La banca centrale continua a ricostituire le proprie riserve dopo le significative vendite di aprile e maggio.

I rendimenti obbligazionari a livelli record spingono l’oro verso il basso, ma le banche centrali fanno da salvagente

Come sanno gli investitori più informati che ci seguono su queste pagine, nel corso di quest’anno la domanda di oro da parte delle banche centrali è stata un importante pilastro di sostegno per il mercato dei metalli preziosi. Al contrario, la domanda di investimenti è rimasta debole per gran parte dell’anno a causa dell’aumento dei rendimenti obbligazionari, che ha creato un ambiente difficile per tutti i metalli preziosi (aumentano infatti i costi per chi detiene asset non redditizi).

I rendimenti americani a 10 anni sono saliti ai massimi di 16 anni e sono attualmente superiori al 4,7%. Il rendimento delle obbligazioni trentennali è salito al 5% per la prima volta dal 2007, il che ha fatto scendere i prezzi dell’oro sotto i 1.900 dollari l’oncia (oggi, 11 ottobre, i prezzi sono a 1.874 dollari).

Ma, nonostante le forti pressioni di vendita, gli analisti notano che il prezzo è abbastanza resistente considerando livelli così elevati dei rendimenti obbligazionari. Secondo Kitco News, senza gli acquisti delle banche centrali i prezzi del metallo giallo sarebbero ben al di sotto 1.800 dollari.

Nel mondo, le banche centrali stanno acquistando oro per diversificare e per allontanarsi dal dollaro americano. Il Grant’s Interest Rate Observer sottolinea che la domanda delle banche centrali dei paesi emergenti hanno completamente alterato il mercato dell’oro e la loro azione continuerà poiché è l’unico modo che hanno per guadagnare un po’ di indipendenza dal dollaro americano.

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